
Scritto in forma di autobiografia, il romanzo racconta una
vicenda privata che si incrocia e si confonde con la grande Storia della
Mitteleuropa del Novecento: fine degli imperi, conflitti mondiali e
rivoluzioni, ascesa e caduta dei fascismi, Olocausto, Guerra Fredda, l’incubo
dell’atomica, la vittoria della democrazia sulla tirannide.
Chi è Ferenc Ungar, il protagonista? È un ungherese di famiglia ebrea,
battezzato protestante da adolescente per sottrarlo alla Shoah, fuggito a
vent'anni dai carri armati sovietici che avevano invaso il Paese. Rifugiatosi
avventurosamente in Italia, ha saputo conquistarsi un futuro diventando medico
di fama.
Poesia e umorismo, abilità letteraria e precisione storica sono le qualità che
concorrono a fare di questo libro un'opera vibrante e fuori dagli schemi, un
enciclopedico e avvincente viaggio nelle tenebre d’Europa, uno strumento per
conoscere più a fondo, con le passioni di un uomo, l’anima del vecchio
continente, dove oggi, benché tra non poche contraddizioni e incertezze, si
pratica comunque la forma più alta di civiltà affermatasi nei millenni.
The book tells the life of Professor Ferenc Ungar, a
renowned orthopedist, born in the 1930s in Budapest in a family of Jews, who
escaped the Shoah thanks to his Protestant mother. Forced to leave his country
after the invasion of the Red Army, he was then able to live a new life in
Italy.
Halfway between the biography and the novel, the book reminds us also about the
victims of too many tragedies that have bloodied the twentieth century.
Polistampa, 2020
Pagine: 336
Caratteristiche: ill. b/n., 24 tavv. col. f.t., cart.
Formato: 17x24
ISBN: 978-88-596-2087-7
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