È addestrato a stare dietro le quinte, a non mostrarsi o
fare inchini da damerino, a essere scettico e ingrato, a non credere a nulla ma
a prendere per buono tutto, purché valga la pena e ci sia uno straccio di
prova. L’inviato – diceva un direttore vecchio del mestiere – è quel genere di
canaglia che comunque, in un modo o nell’altro, torna sempre a casa con un osso
in bocca.
Queste pagine sono il resoconto di un modo di fare giornalismo diverso da quello
di oggi. Quel giornalismo fatto con semplicità zen – andare, guardare,
raccontare – che resta ancora il più giusto, il più profondo, il più moderno,
il più ricco di sorprese, il più credibile e affidabile. Li chiamavano inviati,
e nessuno saprebbe dire se esistono ancora o se si sono estinti. Secondo alcuni
ci saranno sempre, perché inesauribile è la voglia di sapere, di vedere, di
verificare.
The special correspondent is trained to stay behind the
scenes, to be skeptical and ungrateful, not to trust anyone but always to get
back home with a bone in his mouth. These pages, written by a long-time
reporter, are the accounting of a way of doing journalism very different from
today.
Mauro Pagliai, 2019
Pagine: 256
Caratteristiche: br.
Formato: 12x17
ISBN: 978-88-564-0415-9
Collana:
Libro verità | Nuova Serie, 38
Settori: