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Per oltre un secolo il cementificio ex Sacci è stato il simbolo industriale di un Chianti che invece si è sempre caratterizzato...

Per oltre un secolo il cementificio ex Sacci è stato il simbolo industriale di un Chianti che invece si è sempre caratterizzato per la sua preminente vocazione agricola; ancora oggi questo territorio è piuttosto associato alla produzione vinicola e all’accoglienza agrituristica. Oggi il grande stabilimento di Testi - Passo dei Pecorai a Greve in Chianti è un gigante ben ancorato con i piedi di cemento, ma immobile, chiuso per sempre, appunto il “Titano del Chianti” come lo definisce questo libro – finanziato dalla Società di Mutuo Soccorso Fratellanza di Greve – che ne ricostruisce la storia dalle origini (1907) alla definitiva chiusura (2021).
Manifestando una indiscussa competenza sulle complesse vicende societarie e produttive dell’industria del cemento sia a livello nazionale che locale, l’A. ha il merito di inquadrare la storia del cementificio all’interno della storia economica della Toscana ma, al tempo stesso, rimarcandone la grande rilevanza economica e sociale per generazioni di chiantigiani. Si può anzi affermare che il “Titano” di Testi è stato senz’altro parte significativa della storia di Greve e del suo territorio per oltre un secolo.
Vi troveremo perciò tutte le varie fasi che segnano da sempre l’esistenza di grandi complessi industriali quali gli episodi di aperta contrapposizione fra operai e proprietà anche se inizialmente non si può parlare qui di vero e proprio movimento operaio la cui esistenza giunge a Greve come un’eco lontana e si ha la sensazione di trovarci davanti a una sorta di periferia industriale esclusa dai conflitti che infiammano altre parti della Toscana. Citiamo poi i problemi legati allo sviluppo tecnologico e ai nuovi crescenti impieghi del cemento, alla difficile esperienza autarchica, alla reperibilità del combustibile la cui scarsità e/o bassa qualità agivano da freno alla produzione, alla difficoltà dei trasporti – molto interessanti le pagine dedicate alla tranvia (pp. 81-90) –, al fervore della ripresa postbellica, alla lunga inevitabile chiusura con le conseguenti azioni dei dipendenti (102 nel 2012) in difesa di una fondamentale risorsa occupazionale.
Resta ora aperta la grossa questione della riconversione sostenibile dell’area. Con l’augurio e la speranza che le proposte di riqualificazione ben si armonizzino con lo splendido paesaggio chiantigiano.
Data recensione: 06/07/2024
Testata Giornalistica: Corrispondenza
Autore: Silvano Sassolini