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In Pane al Pane l’autore si chiede se l’esperienza religiosa non stia vivendo un rapido declino, un tramonto dovuto

In Pane al Pane l’autore si chiede se l’esperienza religiosa non stia vivendo un rapido declino, un tramonto dovuto all’indifferenza e all’aver smarrito l’azione creatrice di Dio e giunge ad affermare che un cambiamento sia necessario per rendere più credibile l’immagine della Chiesa e il messaggio evangelico che essa deve saper esprimere a tutti i credenti, in particolare ai giovani sempre più lontani dai Sacramenti e dall’impegno religioso.
Questi cambiamenti per l’autore Don Giulio Cirignano sono molteplici e, in sintonia con le indicazioni e la sensibilità di papa Francesco, esprime con lucidità e determinazione una profonda riforma della vita della Chiesa. Ciò al fine di costruire le fondamenta di un’esperienza religiosa più autentica e aprirsi, egli dice, a prospettive dottrinali di impegno morale, anzi premorale dove per esempio sia possibile rivivere il dialogo interiore con Gesù attraverso la preghiera e «come contemplazione delle meraviglie del Creato». In questo senso sono necessari un profondo rinnovamento dell’insegnamento nei seminari spesso causa di spaesamento e disumanizzazione dei giovanissimi che intraprendono studi religiosi, l’abolizione dei titoli onorifici che mal si conciliano con Gesù ultimo fra gli ultimi, nonché dei simboli onorifici, dove forse solo il Pastorale mantiene un qualche significato in quanto il Popolo di Dio è Gregge di Dio.
Allo stesso tempo, non è possibile ignorare al fine di rispecchiare i cambiamenti in atto nel lavoro, nei rapporti e negli incontri il ruolo della donna, e la sua capacità di saper esprimere valutazioni e decisioni per nulla inferiori agli uomini. Ecco perché il clericalismo e il maschilismo richiedono un deciso superamento. È inspiegabile, ci dice l’autore, la forte resistenza che si nota in alcuni ambiti della vita ecclesiale ad abbandonare gli elementi di secondaria importanza che sono creazione dell’uomo, mentre pochi sono quelli essenziali che nascono da Dio.
Questo è indubbiamente uno dei motivi dell’allontanamento dei giovani dall’esperienza religiosa che per lo più si conclude per loro con la Cresima, sentendosi in seguito estranei ai riti religiosi.
E se il sentire religioso può essere presente nei giovani in quanto scaturisce dalle paure e dai disagi dell’essere umano, ben altra cosa è il percorso di fede che non è automatico, ma che richiede di essere nutrito costantemente con la preghiera nell’ambito di una vita parrocchiale che si elevi da solo luogo di dottrina a luogo di Vita. In questo itinerario un’opera che è un meraviglioso strumento di «umanizzazione» è Fratelli tutti di papa Francesco che permetterà ai giovani, e non solo, di riannodare i fili spezzati di un discorso religioso e al contempo di migliorare le strutture stesse del vivere in una società più altruista e misericordiosa. (p.m.)
Data recensione: 01/07/2022
Testata Giornalistica: Città di Vita
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