Con il titolo IDENTITY 1,618, si apre il 28 agosto in Sala d’Arme a Palazzo Vecchio, a Firenze, la mostra dedicata all’opera
Con il titolo IDENTITY 1,618, si apre il 28 agosto in Sala d’Arme
a Palazzo Vecchio, a Firenze, la mostra dedicata all’opera pluridecennale dell’artista
fiorentino Tiziano Bonanni: tema della mostra l’identità come valore portante
dell’individuo in rapporto al proprio tempo e alle sue trasformazioni storiche
e sociali ma anche identità come costante aurea 1,618 o “divina proporzione”
che dall’uomo vitruviano di Leonardo Da Vinci, nel suo 500esimo anniversario della
morte, si pone come pietra d’angolo fra imprevedibile genialità umana e
intelligenza artificiale, fra limiti della perfezione programmata e potere
illimitato dell’ intuizione che l’uomo possiede geneticamente da sempre. La
mostra sarà anche l’occasione per sostenere l’Associazione Tumori Toscana e
promuovere attraverso l’arte contemporanea un messaggio sull’importanza del suo
servizio di cure domiciliari oncologiche gratuite. A tal proposito, culminerà
con una simbolica cerimonia di “finissage” in cui una delle opere esposte,
dedicata a Madre Teresa e intitolata Come sassolini gettati nel mare (2017),
sarà donata al dottor Giuseppe Spinelli, presidente di ATT, e messa all’asta.
Il ricavato verrà totalmente devoluto a sostegno dell’associazione in occasione
del suo 20esimo anniversario dalla fondazione avvenuta nel 1999. La mostra
fiorentina, aperta sino al 5 settembre 2019, presenterà una selezione di circa
70 opere fra dipinti, sculture e composizioni; la mostra presenta le varie fasi
creative di Bonanni a partire dagli anni Novanta e con esse anche l’evoluzione
delle tecniche espressive. Una produzione artistica da sempre aderente alle
tematiche sociali ed esistenziali, che di recente l’artista ha ulteriormente elaborato.
A partire dagli anni Duemila la pittura sola non basta ad esprimere il
cambiamento che ha toccato l’uomo e la società, perciò l’artista si affida all’impiego
di materiali diversi stratificati tra loro per raccontare nuovi percorsi
storici. È così che nasce la serie GenS (Generative Stratification Style), dove
la figura appare frammista a residui, stratificazioni, appunto; forme che
sembrano una proliferazione di immagini innescate dall’emozione, dalla memoria,
sulla base dell’analogia, più che della logica: “un palcoscenico di ibridazioni
– scrive Nicola Nuti nell’ introduzione al catalogo – su cui sfilano le figure dell’oggi,
immerse in una densità drammatica.” La mostra, curata da Nicola Nuti,
illustrata in catalogo (Polistampa), resterà aperta fino al 5 settembre con
orario 10.00-19.00. L’ingresso è libero.
Data recensione: 18/07/2019
Testata Giornalistica: La Nazione
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