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AMEREBBE definirsi un “artigiano” – e così è già stato descritto – ma è talmente schivo che in realtà non vorrebbe

L’incontro - A 77 anni ha ceduto il proprio marchio e il progetto editoriale di piccole pubblicazioni artigianali ma pregiate. Ora i suoi titoli si trovano in vendita anche on-line
CARLO ZELLA
«La passione per i libri non finisce mai. I miei bestseller? Sono legati a Prato»

di Elena Duranti - AMEREBBE
definirsi un “artigiano” – e così è già stato descritto – ma è talmente schivo che in realtà non vorrebbe essere neppure definito, intervistato o “pubblicato” sul giornale. «Mi sono stupito che volesse fare l’intervista della domenica proprio su di me. Che c’è da scrivere di così particolare?» chiede sgranando gli occhi azzurrissimi. Un maestro d’umiltà. Eppure c’è da scrivere che Carlo Zella, nato a Prato il 22 febbraio 1935, è un geniale editore che coltiva la passione per i libri fin dalla gioventù e che ha dato alle stampe da quasi vent’anni pubblicazioni di nicchia ma anche di spessore, mai banali e spesso dedicate a quella cultura che altrimenti non avrebbe visto né la luce né le pagine. «Un piccolissimo editore» come dice lui che ha però all’attivo oltre 40 titoli, di cui alcuni ormai fuori catalogo, molti su Prato o ambientati nel territorio pratese, altri ugualmente di qualità, con contenuti di alto profilo che vanno dalla storia, alla cucina, dai romanzi alle favole per bambini. L’INTERVENTO - «Avrei dovuto chiudere. A salvarmi è stato l’incontro con un editore importante» Nel 2012, a oltre 75 anni, si è tolto la soddisfazione di vendere il proprio marchio a cui è stato riconosciuto un indubbio valore.
È così, ma altrimenti avrei dovuto cessare l’attività, lo dico senza problemi. Poco prima infatti aveva chiuso, per la crisi, il nostro distributore toscano. La situazione della piccola editoria è molto difficile, senza distribuzione i libri non arrivano sugli scaffali».
Poi cosa è successo?
«Ho avuto la fortuna di incontrare Antonio Pagliai, editore appassionato con un’importante tipografia alle spalle, la Polistampa, che appartiene alla sua famiglia, non potrò mai ringraziarlo abbastanza. Abbiamo parlato ed è stato lui che ha visto lungo decidendo di rilevare il marchio con la società ‘Annozze srl’. Una nuova vita per me, insomma». IL RECORD - «Le parole di Prato: termini, detti e proverbi in uso nell’area pratese» è stato stampato in oltre 4mila copie: tutte esaurite» C’è un progetto editoriale?
«Annozze dopo aver rilevato il marchio nel 2012, ha immesso nel circuito nazionale, con una buona risposta, una selezione di titoli dal catalogo storico Zella, per dare ordine al progetto originario di piccole produzioni di alta qualità».
Lei ora abita a Firenze, però è nato e ha vissuto a Prato fino agli anni Sessanta?
«Quanti ricordi… Ho studiato al liceo classico Cicognini, io che venivo da una famiglia povera trovai amici che erano figli di industriali. Sono grato agli Albini che ogni estate mi portavano per due mesi in vacanza in Versilia. E l’amicizia e la collaborazione continua anche oggi. Poi dal 1957 lavorai per alcuni anni come cronista al «Giornale del Mattino» di Firenze; dopo la chiusura del quotidiano all’inizio degli anni ’60, iniziai a lavorare nell’editoria scolastica, con Garzanti e poi, fino al 2000, con Mondadori, per cui facevo l’agente». L’INFANZIA - «La mia era una famiglia modesta, non si parlava di vacanze ma i compagni di scuola al Cicognini mi portavano al mare» Ha sempre lavorato con i libri dunque, ma c’è stata anche una parentesi in politica, vero?
«Sì, nel 1964 fui eletto, quasi per caso, consigliere comunale con il partito socialdemocratico. Erano altri tempi ma quel mondo non faceva per me; soffrivo, mi dimisi molto prima del tempo e non me ne sono mai pentito. Lasciai il mio posto al compianto Paolo Benelli e ne fui contento».
Come ha iniziato a fare l’editore?
«Dopo la pensione nel 1995 fondai la Carlo Zella Editore, per amore direi, il primo volume fu I luoghi e i giorni di Umberto Vannucchi ed è ancora in catalogo. La produzione adesso viene portata avanti e seguita dai miei figli Luciano e Matteo». LA BELLEZZA - «I libri che ho avuto più soddisfazione a pubblicare sono due volumi di favole illustrate per bambini» Tra le decine di libri che ha pubblicato qual è quello di maggior succesos e tiratura?
«Si intitola Le parole di Prato: termini, detti, proverbi in uso nell’area pratese, fu stampato in oltre 4mila copie ed è andato completamente esaurito. Fece numeri che mi hanno permesso di tirare avanti in un periodo non facile. E pensare che si tratta di parole estratte da un lavoro che Anna Maria Nistri e Paola Piera Pelagatti avevano effettuato per l’Accademia della Crusca e che non era edito. È stata una fortuna».
Altri successi?
«L’infanzia negata dei Celestini di Maila Ermini (primo premio Scrittore Toscano dell’Anno 2006) e Dove si incontrano gli angeli di Giovanni Michelucci: pensieri, fiabe e sogni dell’architetto della stazione di Firenze e della chiesa dell’Autostrada del Sole, che ha venduto moltissime copie».
Il libro di cui va più fiero?
«In realtà tutti o quasi tutti. Però i più belli in assoluto sono quelli di favole Sulle ali di una piuma e Vento di mare con le splendide illustrazioni colorate di Mariateresa, Shuko e Rosaria». Ecco che c’è da scrivere su Carlo Zella, ora che le sue piccole edizioni si trovano anche su amazon.com, lui è rimasto un artigiano e un poeta dell’editoria.
Data recensione: 30/06/2013
Testata Giornalistica: La Nazione
Autore: Elena Duranti