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“Oriana”, spigoli e dolcezza, forza e solitudine, per l’ultimo atto d’amore alla sua Firenze. Nella lettura scenica che Riccardo Cardellicchio ha adattato partendo dal libro di Riccardo Nencini “Oriana Fallaci, morirò in piedi”,

“Oriana”, spigoli e dolcezza, forza e solitudine, per l’ultimo atto d’amore alla sua Firenze. Nella lettura scenica che Riccardo Cardellicchio ha adattato partendo dal libro di Riccardo Nencini “Oriana Fallaci, morirò in piedi”, “esce fuori un’Oriana Fallaci che sa di essere all’ultimo – racconta – con questo alieno dentro di sé, con sfumature di nostalgia, con la voglia di vivere Firenze fino in fondo, cercando il luogo dove morire in quella torre sull’Arno che vide lei bambina e suo padre partigiano: Oriana vuole stare lì, per avere sotto gli occhi tutta la città, è il suo ultimo atto d’amore nei confronti di una Firenze che ha sempre amato e che forse non ha saputo ricambiare quell’amore”.Domenica alle 17 in prima assoluta, all’Auditorium Fondazione Montanelli-Bassi di Fucecchio (ingresso gratuito), i fratelli Andrea e Angela Giuntini interpreteranno il presidente del Consiglio Regionale, Riccardo Nencini, e la giornalista Oriana Fallaci, in un dialogo-spettacolo che ripercorre “quel caldo pomeriggio d’estate, negli ultimi giorni di vita della scrittrice, che fece da teatro al colloquio con la Fallaci da cui Nencini ha tratto il suo libro”, come racconta lo stesso Cardellicchio. La rappresentazione si inserisce all’interno della quindicesima edizione della Fiera del Libro Toscano che ha come titolo “Io mi sono una donna”, celebre verso di una poesia di Alda Merini.Per realizzare “Oriana”, Cardellicchio adatta quasi alla lettera il testo di Nencini, “a cui dobbiamo dare atto di aver saputo cogliere la figura della scrittrice nel modo più autentico possibile”. E lo fa “semplificando alcuni passaggi”, ma “senza fare troppa fatica, perché il testo originale era già strutturato come un dialogo”, limitandosi dunque a “renderlo un po’ più teatrale”.Sul palco vedremo due personaggi e un racconto che si dipana lungo un pomeriggio: è un omaggio a “questo controverso personaggio, tra rabbia e dolcezza, così come è sempre stata anche in vita: una donna tutta d’un pezzo, spigolosa, ma che cela anche lati molto dolci e femminili e che di fronte alla morte mostra tutta se stessa, in tutta la sua umanità e forza, e anche in tutta la sua grande solitudine”. Oriana Fallaci accolse il presidente Nencini nella sua casa fiorentina, in quegli ultimi giorni di vita e gli disse “Morirò in piedi, come Emily Brontë”. Ed è questo il titolo che Nencini ha dato al suo libro-testamento, uscito per Polistampa a un anno dalla morte della Fallaci. Asciutta, commovente, fiera e dolorosa, la cronaca di Nencini riporta il pensiero di Oriana Fallaci su alcuni dei temi centrali dei suoi ultimi anni: la lotta contro “l’alieno”, la sua malattia, le riflessioni sulla politica, la crisi dell’Occidente e il terrorismo islamico, il ruolo degli Usa e dell’Europa. Nello stesso modo i fratelli Giuntini danno voce con eguale rigore ai due personaggi.
Data recensione: 07/11/2008
Testata Giornalistica: Il Corriere fiorentino
Autore: Edoardo Semmola