Il capoluogo toscano è il centro motore di una lingua che
fin dal Trecento si è rapidamente estesa a tutto il territorio regionale. Del
resto il fiorentino, come ricorda Tullio De Mauro, ha avuto una fortuna storica
che lo portò a diventare non solo la lingua di una città, ma di un’intera
nazione.
Bencistà, che ha dedicato oltre trent’anni di studi e ricerche sulla parlata di
Firenze, ha scelto le voci più rappresentative, tutte documentate nelle opere
di autori nati o residenti nella città e nel suo contado: ci sono Dante e
Machiavelli, Augusto Novelli e Ottone Rosai, ma anche Giuseppe Moroni detto il
Niccheri e i poeti popolari, fino agli improvvisatori contemporanei.
Questa ultima edizione del vocabolario completa la precedente, uscita nel 2012,
con il recupero di tutte quelle voci prettamente fiorentine che non erano state
inserite, e che accrescono il totale fino a circa 4.000, cui vanno aggiunti i
2.200 antichi mestieri fiorentini registrati nel censimento granducale del
1841.
Il capoluogo toscano è il centro motore di una lingua che
fin dal Trecento si è rapidamente estesa a tutto il territorio regionale. Del
resto il fiorentino, come ricorda Tullio De Mauro, ha avuto una fortuna storica
che lo portò a diventare non solo la lingua di una città, ma di un’intera
nazione.
Bencistà, che ha dedicato oltre trent’anni di studi e ricerche sulla parlata di
Firenze, ha scelto le voci più rappresentative, tutte documentate nelle opere
di autori nati o residenti nella città e nel suo contado: ci sono Dante e
Machiavelli, Augusto Novelli e Ottone Rosai, ma anche Giuseppe Moroni detto il
Niccheri e i poeti popolari, fino agli improvvisatori contemporanei.
Questa ultima edizione del vocabolario completa la precedente, uscita nel 2012,
con il recupero di tutte quelle voci prettamente fiorentine che non erano state
inserite, e che accrescono il totale fino a circa 4.000, cui vanno aggiunti i
2.200 antichi mestieri fiorentini registrati nel censimento granducale del
1841.