Le parole che vennero sepolte
tornano a volte quando il loro senso,
come chi è andato per terre lontane,
già non si riconosce.
A volte le parole seppellite
sotto gli sterri, e dentro ai cimiteri,
dentro le piombature delle fogne
e nel bene d’ognuno fan la storia,
indelebili fantasmi tornano,
pazzi, smemorati, terrificanti, affamati.
«José Ángel Valente considera il poeta nella sua solitudine di fronte alla morte e al nulla, anche l’amore e la speranza possono rischiare il vuoto, all’assenza senza centro e senza voce. A repentaglio per lui anche la poesia, essendo spietata la sua impossibilità come davanti all’evidente torbido del male necessario o ineliminabile» (Gaetano Chiappini).
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Le parole che vennero sepolte
tornano a volte quando il loro senso,
come chi è andato per terre lontane,
già non si riconosce.
A volte le parole seppellite
sotto gli sterri, e dentro ai cimiteri,
dentro le piombature delle fogne
e nel bene d’ognuno fan la storia,
indelebili fantasmi tornano,
pazzi, smemorati, terrificanti, affamati.
«José Ángel Valente considera il poeta nella sua solitudine di fronte alla morte e al nulla, anche l’amore e la speranza possono rischiare il vuoto, all’assenza senza centro e senza voce. A repentaglio per lui anche la poesia, essendo spietata la sua impossibilità come davanti all’evidente torbido del male necessario o ineliminabile» (Gaetano Chiappini).
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Mauro Pagliai, 2010
A cura di:
Pagine: 120
Caratteristiche: br.
Formato: 12x17
ISBN: 978-88-564-0137-0
Collana:
Biblioteca del Caffè | La Fiamma e il Cristallo, 24
Settore: