Dopo un’analisi storica della siderurgia in Toscana dal XVI al XX secolo, sono descritte – anche attraverso il nitore della fotografia di Bernard Bay – le miniere dell’Elba, le fonderie di Follonica, l’area siderurgica di Piombino, le miniere in Maremma, la miniera di Caporciano e quella di Ravi Marchi, la “Etruscan Mines”, le miniere di pirite. I capitoli finali sono dedicati agli impianti e alle infrastrutture, descrivendo le tipologie dei castelli di estrazione, dei silos e degli altiforni e la storia e lo sviluppo delle ferrovie e teleferiche maremmane.
Gli impianti dismessi formano un paesaggio specifico la cui conservazione costituisce un obiettivo primario nelle politiche di oggi. Le macchine ancora presenti, oltre a rivelare un inaspettato repertorio di valori formali, testimoniano un processo di trasformazione economica che ha ridisegnato il volto del territorio maremmano e ha fatto sì che la Toscana fosse la prima regione a porre le basi, nel Novecento, dell’industria pesante. È nella Toscana meridionale che ha preso avvio lo sviluppo della siderurgia a ciclo integrale (Portovecchio e Piombino) e della grande industria chimica basata sullo sfruttamento dei giacimenti di pirite delle Colline metallifere grossetane.
Testi di
Louis Bergeron, Massimo Preite, Angelo Nesti, Fabio Turcheschi, Chiara Baldanzi, Anna Ferrari, Alessandra Casini, David Fantini, Gabriella Maciocco, Leonardo Brogioni.
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Dopo un’analisi storica della siderurgia in Toscana dal XVI al XX secolo, sono descritte – anche attraverso il nitore della fotografia di Bernard Bay – le miniere dell’Elba, le fonderie di Follonica, l’area siderurgica di Piombino, le miniere in Maremma, la miniera di Caporciano e quella di Ravi Marchi, la “Etruscan Mines”, le miniere di pirite. I capitoli finali sono dedicati agli impianti e alle infrastrutture, descrivendo le tipologie dei castelli di estrazione, dei silos e degli altiforni e la storia e lo sviluppo delle ferrovie e teleferiche maremmane.
Gli impianti dismessi formano un paesaggio specifico la cui conservazione costituisce un obiettivo primario nelle politiche di oggi. Le macchine ancora presenti, oltre a rivelare un inaspettato repertorio di valori formali, testimoniano un processo di trasformazione economica che ha ridisegnato il volto del territorio maremmano e ha fatto sì che la Toscana fosse la prima regione a porre le basi, nel Novecento, dell’industria pesante. È nella Toscana meridionale che ha preso avvio lo sviluppo della siderurgia a ciclo integrale (Portovecchio e Piombino) e della grande industria chimica basata sullo sfruttamento dei giacimenti di pirite delle Colline metallifere grossetane.
Testi di
Louis Bergeron, Massimo Preite, Angelo Nesti, Fabio Turcheschi, Chiara Baldanzi, Anna Ferrari, Alessandra Casini, David Fantini, Gabriella Maciocco, Leonardo Brogioni.
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Polistampa, 2006
A cura di:
Pagine: 240
Caratteristiche: ill. b/n, cart.
Formato: 22,5x23
ISBN: 978-88-596-0140-1
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