Il carteggio fra il poeta Carlo Betocchi e lo scrittore Antonio Pizzuto è innanzitutto il documento di una vicenda editoriale: la pubblicazione su «L’Approdo Letterario» di alcune pagine del questore palermitano che onorava i suoi anni estremi vergando le prose formalmente più temerarie del nostro Novecento.
Le 65 missive raccolte e accuratamente chiosate da Teresa Spignoli inquadrano una svolta cruciale della biografia artistica di Pizzuto: il preannuncio e la definitiva affermazione di quella ‘sintassi nominale’ che renderà pressoché illeggibile una scrittura già conosciuta come ‘difficile’ e di cui l’epistolario restituisce preziose istantanee.
Ma accanto ai segni di questo travaglio creativo fuori dal comune, questa ‘corrispondenza di servizio’ conserva altre postille che rendono la lettura estremamente godibile. Betocchi si mostra ancora quale apparve a Giovanni Raboni: “un artigiano toscano, un intagliatore di cornici, un orafo, un ebanista”. Pizzuto svela un volto quantomai cordiale, un talento comunicativo capace di condurre il minimo evento quotidiano, il semplice aneddoto nello spazio felice del racconto.
Il volume, illustrato da numerose foto e riproduzioni di alcuni manoscritti originali, è completato da regesto e indici dei nomi e delle opere di Pizzuto.
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Il carteggio fra il poeta Carlo Betocchi e lo scrittore Antonio Pizzuto è innanzitutto il documento di una vicenda editoriale: la pubblicazione su «L’Approdo Letterario» di alcune pagine del questore palermitano che onorava i suoi anni estremi vergando le prose formalmente più temerarie del nostro Novecento.
Le 65 missive raccolte e accuratamente chiosate da Teresa Spignoli inquadrano una svolta cruciale della biografia artistica di Pizzuto: il preannuncio e la definitiva affermazione di quella ‘sintassi nominale’ che renderà pressoché illeggibile una scrittura già conosciuta come ‘difficile’ e di cui l’epistolario restituisce preziose istantanee.
Ma accanto ai segni di questo travaglio creativo fuori dal comune, questa ‘corrispondenza di servizio’ conserva altre postille che rendono la lettura estremamente godibile. Betocchi si mostra ancora quale apparve a Giovanni Raboni: “un artigiano toscano, un intagliatore di cornici, un orafo, un ebanista”. Pizzuto svela un volto quantomai cordiale, un talento comunicativo capace di condurre il minimo evento quotidiano, il semplice aneddoto nello spazio felice del racconto.
Il volume, illustrato da numerose foto e riproduzioni di alcuni manoscritti originali, è completato da regesto e indici dei nomi e delle opere di Pizzuto.
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Polistampa, 2006
A cura di:
Pagine: 132
Caratteristiche: ill. b/n, br.
Formato: 17x24
ISBN: 978-88-596-0073-2
Collana:
Il Diaspro | Epistolari, 9
Settori: