Emanuele Bettini, scrittore e intellettuale scomodo, lasciato quasi solo nella Prato di Armando Meoni e di Curzio Malaparte. C’è un “fastidio etico” nella narrativa (e nella pittura) di Bettini; i suoi testi scoprono, senza manierate mediazioni, il fare prepotente, il professionismo dell’insipienza e del malcostume, condannandoli e affidandone alla causticità dell’ironia le sentenze. È una polemica che è ormai dentro le vene, che pulsa col sangue, ansiosa di suggerire, di muovere un giudizio.
Gli uomini pubblici, le occasioni e le gestualità rituali sono i responsabili del degrado della società. Senza sfumature e usando la sola materia narrativa, Bettini ironizza con tutto ciò che è rumore semantico e tradimento delle aspettative di progresso sociale. Sono temi fastidiosi e ormai insoliti quelli del Bettini, ma non meno opportuni in questa stagione di acritica accumulazione del postmodernismo.
Gli uomini pubblici, le occasioni e le gestualità rituali sono i responsabili del degrado della società. Senza sfumature e usando la sola materia narrativa, Bettini ironizza con tutto ciò che è rumore semantico e tradimento delle aspettative di progresso sociale. Sono temi fastidiosi e ormai insoliti quelli del Bettini, ma non meno opportuni in questa stagione di acritica accumulazione del postmodernismo.
Emanuele Bettini, scrittore e intellettuale scomodo, lasciato quasi solo nella Prato di Armando Meoni e di Curzio Malaparte. C’è un “fastidio etico” nella narrativa (e nella pittura) di Bettini; i suoi testi scoprono, senza manierate mediazioni, il fare prepotente, il professionismo dell’insipienza e del malcostume, condannandoli e affidandone alla causticità dell’ironia le sentenze. È una polemica che è ormai dentro le vene, che pulsa col sangue, ansiosa di suggerire, di muovere un giudizio.
Gli uomini pubblici, le occasioni e le gestualità rituali sono i responsabili del degrado della società. Senza sfumature e usando la sola materia narrativa, Bettini ironizza con tutto ciò che è rumore semantico e tradimento delle aspettative di progresso sociale. Sono temi fastidiosi e ormai insoliti quelli del Bettini, ma non meno opportuni in questa stagione di acritica accumulazione del postmodernismo.
Gli uomini pubblici, le occasioni e le gestualità rituali sono i responsabili del degrado della società. Senza sfumature e usando la sola materia narrativa, Bettini ironizza con tutto ciò che è rumore semantico e tradimento delle aspettative di progresso sociale. Sono temi fastidiosi e ormai insoliti quelli del Bettini, ma non meno opportuni in questa stagione di acritica accumulazione del postmodernismo.