Stefano Mazzacurati, psichiatra e psicoterapeuta, è nato a Bologna. Primario ospedaliero per oltre sedici anni, è vicepresidente dell’associazione Museo di Storia della Psichiatria di Reggio Emilia. Membro del Pen Club, collabora con l’Università La Sapienza di Roma in materia di relazioni tra psicologia e architettura. Autore di numerose pubblicazioni in periodici, quotidiani e antologie poetiche, ha tra i temi prediletti il rapporto psichiatria/letteratura, la malinconia nella cultura occidentale, la psicologia del riso, la memoria storica. Ma quello che da sempre scrive e, da psicoterapeuta, cerca di aiutare a scrivere è “la vita di ognuno come romanzo, di cui ciascuno è la carta, la penna e l’inchiostro”.
Tra le molte pubblicazioni citiamo le raccolte di poesie La mia generazione (1972) e Lo sguardo senza volto: 11 poeti del disincanto (2008) e gli studi Prospettiva esistenziale e fenomeno della tossicodipendenza (1986), Il senso di una canzone (1992), Appunti sulla relazione tra psichiatria e letteratura (2006), L’Io che ride (2007), Tra stigma e storia (2007).
Finalista al Premio «Gronchi» nel 1991 e al Premio «Saba» nel 1992, vince nel 1991 il «Castelli Lunigiana» dell’Accademia Ligure Apuana, nel 1994 e nel 1996 l’«Ignazio Silone» di Parma, nel 1999 «Il Portico» di Bologna per la narrativa inedita, nel 2008 il «Colonna d’Eroma» di Palermo.
Stefano Mazzacurati, psichiatra e psicoterapeuta, è nato a Bologna. Primario ospedaliero per oltre sedici anni, è vicepresidente dell’associazione Museo di Storia della Psichiatria di Reggio Emilia. Membro del Pen Club, collabora con l’Università La Sapienza di Roma in materia di relazioni tra psicologia e architettura. Autore di numerose pubblicazioni in periodici, quotidiani e antologie poetiche, ha tra i temi prediletti il rapporto psichiatria/letteratura, la malinconia nella cultura occidentale, la psicologia del riso, la memoria storica. Ma quello che da sempre scrive e, da psicoterapeuta, cerca di aiutare a scrivere è “la vita di ognuno come romanzo, di cui ciascuno è la carta, la penna e l’inchiostro”.
Tra le molte pubblicazioni citiamo le raccolte di poesie La mia generazione (1972) e Lo sguardo senza volto: 11 poeti del disincanto (2008) e gli studi Prospettiva esistenziale e fenomeno della tossicodipendenza (1986), Il senso di una canzone (1992), Appunti sulla relazione tra psichiatria e letteratura (2006), L’Io che ride (2007), Tra stigma e storia (2007).
Finalista al Premio «Gronchi» nel 1991 e al Premio «Saba» nel 1992, vince nel 1991 il «Castelli Lunigiana» dell’Accademia Ligure Apuana, nel 1994 e nel 1996 l’«Ignazio Silone» di Parma, nel 1999 «Il Portico» di Bologna per la narrativa inedita, nel 2008 il «Colonna d’Eroma» di Palermo.