Nata a Perugia nel 1957, fiorentina di adozione, laureata a
Firenze con Maria Grazia Ciardi Dupré, interessandosi dapprima a libri d’ore
francesi e fiamminghi, Cristina Gnoni entra nei ruoli della Soprintendenza Beni
Storico Artistici come funzionario storico dell’arte, con un primo incarico a
Mantova, poi a Siena, dove è, per le province di Siena e Grosseto, responsabile
della tutela e della valorizzazione di alcuni complessi monumentali come quello
di Sant’Agostino e gli oratori di Contrada con relativi musei, ma anche di nove
comuni della Provincia di Grosseto.
Dal 2000 passa alla Soprintendenza per i Beni Storico-artistici per le province
di Firenze, Prato, Pistoia, ricoprendo anche l’incarico di Direttore dell’ufficio
Mostre e dell’archivio furti. Tra i maggiori impegni di quegli anni, con
Isabella Lapi Ballerini, la direzione del restauro del ciclo di affreschi di
Filippo Lippi nel Duomo di Prato, concluso nel 2007. Membro della commissione
museale designato dall’Amministrazione Comunale di Prato (2011), segue le varie
fasi del progetto del nuovo Museo Civico della città.
Negli anni di chiusura del museo, in collaborazione con il Comune, fa conoscere
il patrimonio delle collezioni attraverso una serie di mostre in sedi
internazionali tra cui, al Musée de Luxembourg 2009 di Parigi, «Filippo e
Filippino Lippi et la Renaissance à Prato»; ma anche a Barcellona, CaixaForum
2008, a Tokyo Sompo Japan Museum of Art, Hiroshima, Museum of Art 2005-06.
Proprio a Palazzo Pretorio, membro del Comitato scientifico del museo, cura,
con Andrea De Marchi, la mostra e il catalogo Da Donatello a Lippi: Officina pratese (Skira, Milano 2013), poi Legati da una cintola (Mandragora,
Firenze 2017), dedicata al sacro culto della reliquia pratese. Incaricata della
verifica d’interesse del patrimonio di vari enti e fondazioni diviene, per
nomina ministeriale (2012), membro della commissione per la valutazione
patrimoniale del museo Richard-Ginori della manifattura di Doccia a Sesto Fiorentino,
collaborando al volume La fabbrica delle
bellezza (a cura di Tomaso Montanari e Dimitrios Zikos, Mandragora, Firenze
2017).
Al 2015 risale il suo ingresso nel Polo Museale Regionale della Toscana poi
Direzione Regionale Musei Toscana per il quale dirige il Cenacolo d’Ognissanti,
il Cenacolo di Andrea Del Sarto, la galleria Mozzi-Bardini, la Villa Medicea di
Cerreto Guidi e il Museo della Caccia e del Territorio. Dal 2018 assume la
direzione della Pinacoteca Nazionale di Siena, per poi tornare a Firenze dove,
presso le Gallerie degli Uffizi - Palazzo Pitti, diviene Curatrice della
pittura del Seicento.
Tra le sue pubblicazioni, oltre a quelle sopra citate, si ricordano Restauri e recuperi in terra di Maremma (Il
Leccio, Monteriggioni 2003), Il museo
Bandini di Fiesole (Polistampa, Firenze 2011), Falchi, girifalchi e astori al tempo di Pisanello e Leonardo (Edifir,
Firenze 2019). Dal 2013 era membro del Ciha-Comité International de l’Histoire
de l’Art, nonché, da quest’anno, Accademica d’onore dell’Accademia delle Arti
del Disegno.
I suoi interessi non si sono limitati tuttavia ai secoli verso i quali il suo
lavoro l’ha condotta, ma si sono rivolti anche all’ambito dell’arte
contemporanea, proprio in virtù dell’inesausta curiosità intellettuale che
sempre l’ha contraddistinta.
Muore prematuramente nel 2023, lasciando un grande vuoto non solo tra familiari
e amici, ma tra tutti gli storici dell’arte che l’hanno conosciuta a apprezzata
nel suo lavoro.
Nata a Perugia nel 1957, fiorentina di adozione, laureata a
Firenze con Maria Grazia Ciardi Dupré, interessandosi dapprima a libri d’ore
francesi e fiamminghi, Cristina Gnoni entra nei ruoli della Soprintendenza Beni
Storico Artistici come funzionario storico dell’arte, con un primo incarico a
Mantova, poi a Siena, dove è, per le province di Siena e Grosseto, responsabile
della tutela e della valorizzazione di alcuni complessi monumentali come quello
di Sant’Agostino e gli oratori di Contrada con relativi musei, ma anche di nove
comuni della Provincia di Grosseto.
Dal 2000 passa alla Soprintendenza per i Beni Storico-artistici per le province
di Firenze, Prato, Pistoia, ricoprendo anche l’incarico di Direttore dell’ufficio
Mostre e dell’archivio furti. Tra i maggiori impegni di quegli anni, con
Isabella Lapi Ballerini, la direzione del restauro del ciclo di affreschi di
Filippo Lippi nel Duomo di Prato, concluso nel 2007. Membro della commissione
museale designato dall’Amministrazione Comunale di Prato (2011), segue le varie
fasi del progetto del nuovo Museo Civico della città.
Negli anni di chiusura del museo, in collaborazione con il Comune, fa conoscere
il patrimonio delle collezioni attraverso una serie di mostre in sedi
internazionali tra cui, al Musée de Luxembourg 2009 di Parigi, «Filippo e
Filippino Lippi et la Renaissance à Prato»; ma anche a Barcellona, CaixaForum
2008, a Tokyo Sompo Japan Museum of Art, Hiroshima, Museum of Art 2005-06.
Proprio a Palazzo Pretorio, membro del Comitato scientifico del museo, cura,
con Andrea De Marchi, la mostra e il catalogo Da Donatello a Lippi: Officina pratese (Skira, Milano 2013), poi Legati da una cintola (Mandragora,
Firenze 2017), dedicata al sacro culto della reliquia pratese. Incaricata della
verifica d’interesse del patrimonio di vari enti e fondazioni diviene, per
nomina ministeriale (2012), membro della commissione per la valutazione
patrimoniale del museo Richard-Ginori della manifattura di Doccia a Sesto Fiorentino,
collaborando al volume La fabbrica delle
bellezza (a cura di Tomaso Montanari e Dimitrios Zikos, Mandragora, Firenze
2017).
Al 2015 risale il suo ingresso nel Polo Museale Regionale della Toscana poi
Direzione Regionale Musei Toscana per il quale dirige il Cenacolo d’Ognissanti,
il Cenacolo di Andrea Del Sarto, la galleria Mozzi-Bardini, la Villa Medicea di
Cerreto Guidi e il Museo della Caccia e del Territorio. Dal 2018 assume la
direzione della Pinacoteca Nazionale di Siena, per poi tornare a Firenze dove,
presso le Gallerie degli Uffizi - Palazzo Pitti, diviene Curatrice della
pittura del Seicento.
Tra le sue pubblicazioni, oltre a quelle sopra citate, si ricordano Restauri e recuperi in terra di Maremma (Il
Leccio, Monteriggioni 2003), Il museo
Bandini di Fiesole (Polistampa, Firenze 2011), Falchi, girifalchi e astori al tempo di Pisanello e Leonardo (Edifir,
Firenze 2019). Dal 2013 era membro del Ciha-Comité International de l’Histoire
de l’Art, nonché, da quest’anno, Accademica d’onore dell’Accademia delle Arti
del Disegno.
I suoi interessi non si sono limitati tuttavia ai secoli verso i quali il suo
lavoro l’ha condotta, ma si sono rivolti anche all’ambito dell’arte
contemporanea, proprio in virtù dell’inesausta curiosità intellettuale che
sempre l’ha contraddistinta.
Muore prematuramente nel 2023, lasciando un grande vuoto non solo tra familiari
e amici, ma tra tutti gli storici dell’arte che l’hanno conosciuta a apprezzata
nel suo lavoro.