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Il governo del dollaro
Interdipendenza economica e potere statunitense negli anni di Richard Nixon (1969-1973)

Polistampa, 2006

Pagine: 254

Caratteristiche: br.

Formato: 17x24

ISBN: 978-88-596-0093-0

Collana:

Storia delle relazioni internazionali, 11

Settore:

DSU1 / Storia

SS1 / Politica

SS2 / Economia

€ 13,60

€ 16 | Risparmio € 2,40 (15%)

Quantità:
Vincitore «Premio Sissco Opera Prima 2007»

Nel ferragosto 1971 il presidente americano Richard Nixon decide di mettere fine al sistema di cambio che ha governato il mercato mondiale dalla fine della seconda guerra mondiale e sceglie di abbandonare definitivamente la parità tra dollaro e oro sancita nel 1944 dagli accordi di Bretton Woods, cittadina del New Hampshire che ospitò la Conferenza finanziaria internazionale. Il crollo del sistema di cambi fissi fu un trauma per l’economia internazionale, fino ad allora regolata rigidamente in base ad un “liberismo controllato”, fatto di regole e procedure concordate tra i paesi, e da allora in poi dominata invece solo dal mercato e dalle sue esigenze. Da quel ferragosto la faccia dell’economia mondiale cambiò radicalmente: la decisione di Nixon fu una vera rivoluzione che ha rafforzato il ruolo degli Stati Uniti nell’economia globale, ponendo le condizioni, o le premesse, per la loro supremazia economica a livello internazionale.
Dopo 35 anni dal crollo di Bretton Woods, Duccio Basosi realizza questo libro sulla svolta economica epocale che dimostra in particolare come la decisione di Nixon, per molti storici inconsapevole e inevitabile, fu invece ragionata e deliberata. Sottolinea quindi l’irritazione degli europei di fronte all’abbandono di Bretton Woods: per rispondere a quello che percepiscono come un “sopruso”, l’Europa cercherà di organizzarsi già da allora per costruire una comune valuta, ma soprattutto un forte blocco monetario; mentre gli Usa, dall’altra parte, mineranno sistematicamente i tentativi europei di arrivare a una sufficiente stabilità.

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