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Sono forse finiti i misteri che circondavano la Gioconda, oggi al Museo del Louvre? «A me interessava ricostruire la storia di una donna fiorentina, vissuta tanti secoli fa e diventata famosa in tutto il mondo, perché

Il professor Pallanti: morì nel 1542 e fu sepolta in un convento fiorentino Le famiglie del genio e della donna si conoscevano FIRENZE. Sono forse finiti i misteri che circondavano la Gioconda, oggi al Museo del Louvre? «A me interessava ricostruire la storia di una donna fiorentina, vissuta tanti secoli fa e diventata famosa in tutto il mondo, perché Leonardo le aveva fatto un bellissimo ritratto», dice il prof. Giuseppe Pallanti.  Il professore insegna Diritto ed Economia all’Istituto alberghiero “Buontalenti” di Firenze, ed è autore di un libro, uscito due anni fa dal titolo “Monna Lisa mulier ingenua”, edizioni Polistampa. Pallanti è stato allievo dello storico esperto di archivistica Carlo Maria Cipolla. Nel suo libro aveva individuato alcuni documenti dell’Archivio di Stato, non abbastanza valutati a suo parere, che lo portavano a confermare quel che scriveva Giorgio Vasari nella “Vita” di Leonardo da Vinci, cioè che la Gioconda era Lisa Gherardini, moglie del mercante Francesco Del Giocondo, sposatisi nel 1495. Oggi Pallanti, sempre scavando nelle vecchie carte e non certo nella fantasia, parla di un documento che si riferisce alla morte di Lisa, il 15 luglio 1542 a 63 anni di età, avvenuta nel convento di Sant’Orsola. «L’antichissimo convento - dice Pallanti - che si trova dietro via della Stufa dove i Del Giocondo abitavano, non lontano da piazza San Lorenzo. In quel convento, poi dismesso, diventato officina, magazzino, manifattura tabacchi, in un lungo degrado, viveva la figlia minore di Lisa, Marietta che aveva preso i voti con il nome di suor Ludovica. La figlia assistette la madre nell’ultima parte della sua vita, come aveva chiesto nel suo testamento il Del Giocondo».  Sarebbe questo testamento, il documento che Pallanti ha individuato, secondo cui Francesco lasciava all’amata moglie Lisa i suoi beni. Testamento siglato dal notaio Piero da Vinci. Dalle polveri delle vecchie carte si alza una storia intrigante: infatti Piero notaio è il padre di Leonardo da Vinci. In alcuni atti è detto “zio”, in altri “padre”: in realtà il figlio, nato fuori dal matrimonio, visse da bambino nella casa del notaio suo padre naturale, che lo accompagnò, lo scrive Vasari, poi alla bottega del Verrocchio, dato che il ragazzo aveva gusto al disegno e non agli atti notarili. A parte il fatto che la sepoltura di Lisa potrebbe essere stata fatta nello stesso convento, come allora si usava, a parte il fatto che nella chiesa della Santissima Annunziata si trovasse una cappella Del Giocondo, quello che interessa Pallanti è ricostruire un storia di rapporti e legami tra le due famiglie, i Da Vinci e i Gherardini, che abitavano allora in via Ghibellina, vis-à-vis, e dalla conoscenza venne forse la decisione di far fare il ritratto della bellissima signora al giovane Leonardo. «Quel che voglio dire - prosegue Pallanti - è che queste scoperte restituiscono la credibilità a quello che il Vasari, contemporaneo, dice del celebre ritratto: che si trattava di Lisa Gherardini Del Giocondo». Torniamo dunque al Vasari, il mistero della Gioconda non è più tale, finisce qui, professore? «Sì, dice Pallanti. Questo era quello che cercavo: la conclusione della vita di Monna Lisa. Ora mi occuperò di altro».
Data recensione: 19/01/2007
Testata Giornalistica: Il Tirreno
Autore: Milly Mostardini