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Ha attraversato il Novecento con la profondità della sua poesia. Se n’è andato così come ha vissuto, senza clamore, anche l’ultimo dei grandi fiorentini classe 1914: si è spento ieri mattina, assolato

Il poeta, storico e critico d’arte è morto ieri mattina. Aveva da poco compiuto 92 anni  Ha attraversato il Novecento con la profondità della sua poesia. Se n’è andato così come ha vissuto, senza clamore, anche l’ultimo dei grandi fiorentini classe 1914: si è spento ieri mattina, assolato giorno dell’Epifania, nella sua abitazione di Via Settembrini, alle Cure, Alessandro Parronchi, illustre poeta, storico e critico d’arte. Aveva compiuto 92 anni, festeggiati nell’intimità della famiglia il 26 dicembre scorso.
Apprezzato studioso di Michelangelo (il suo libro più celebre è intitolato ‘Studi sulla dolce prospettiva’), Alessandro Parronchi è stato tra i protagonisti della storia dell’ermetismo fiorentino assieme a Mario Luzi – di cui era stato amico e testimone di nozze nel lontano 1942 – e a Piero Bigongiari. La sua vasta produzione poetica in versi è stata raccolta in due volumi ‘Le poesie’ editi nel 2000 da Polistampa.
Accanto alla poesia si colloca la sua intensa attività di studioso d’arte e ricercatore, impegnto sulla storia e teoria dell’arte del Rinascimento, oltre a quella di critico militante sull’arte contemporanea e non solo: numerosi i suoi scritti pubblicati sulle colonne de ’La Nazione’.
Parronchi lascia la moglie Nara e due figlie, Rosa e Agnese, restauratrice di capolavori, fra cui il David di Michelangelo. I funerali si svolgeranno domani alle 15 nella Basilica della Santissima Annunzita. Il Comune di Firenze parteciperà ai funerali anche con il gonfalone della città. Tante le reazioni alla notizia della sua scomparsa: «La morte di Parronchi è un lutto gravissimo perchè non nascono di frequente grandi poeti», il commento del presidente della commissione cultura del Comune, Dario Nardella, che dà un annuncio: «Il 15 gennaio, in occasione del primo consiglio comunale, avanzerò la proposta di individuare, con le scuole dell’obbligo della città, una giornata dedicata alla lettura delle opere di Parrocnhi, affinché non cada nell’oblio».
«Il Consiglio regionale della Toscana ricorda con affetto il poeta, storico, critico d’arte. La sua scomparsa è una grave perdita per tutta la cultura italiana», il saluto del presidente del Consiglio regionale della Toscana, Riccardo Nencini. «Di fronte alla sua opera – interviene il deputato dell’Ulivo Valdo Spini – ci inchiniamo reverenti».
«Con Alessandro Parronchi scompare una delle figure di intellettuale più importanti e rappresentative della cultura italiana ed europea del Novecento – scrive il sindaco Leonardo Domenici nel telegramma inviato alla famiglia di Alessandro Parronchi –. Per i suoi 90 anni la città volle essergli vicina conferendogli un riconoscimento in segno di affetto, stima e di considerazione. Oggi Firenze ne ricorda la memoria con identica ammirazione».
«Da giovane non ho mai pensato di arivare a 90 anni, sono lieto di aver tagliato questo traguardo», confidò al cronista due anni fa, proprio in occasione del suo novantesimo compleanno, lui che non esita a definirsi «un sopravvissuto». «La mia mente è lucida, mi sento bene –. Qualche problema me lo dà il fisico, le gambe non mi reggono più, e solo ogni tanto riesco a scrivere qualche verso». Ma lungi da lui l’idea di abbassare la penna, fino all’ultimo. «Sto ancora lavorando all’epistolario con Mario Tutino e in quanto alle 1030 lettere scambiate con Mario Marcucci, prosegue la catalogazione – confidava –. Penso che la pubblicazione sia molto, molto impegnativa… ».
Data recensione: 07/01/2007
Testata Giornalistica: La Nazione
Autore: Letizia Cini