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La pieve di Sant’Alessandro a Giogoli si trova sulle colline prossime al grosso centro di Scandicci, gioiello dell’architettura romanica, documentata ...

La pieve di Sant’Alessandro a Giogoli si trova sulle colline prossime al grosso centro di Scandicci, gioiello dell’architettura romanica, documentata fin dai primi decenni del sec. XI. Siamo in un momento di grande vitalità religiosa testimoniata dal diffuso aumento degli edifici di culto soprattutto nelle Gallie e in Italia; oltre alle tante pievi sorte all’epoca nel contado fiorentino e fiesolano, ricorderemo qui soltanto le “eccellenze” architettoniche che nella Chiesa accompagnarono la grande spinta di purificazione e rinnovamento nota con il nome di “riforma gregoriana”: San Miniato al Monte (iniziata verso il 1018), la cattedrale di Fiesole (1028), il Battistero di San Giovanni (metà del sec. XI), il contemporaneo ingrandimento di Santa Reparata. Ma l’elenco potrebbe continuare a lungo...Il libro – la cui prefazione è firmata da mons. Timothy Verdon – è molto interessante sotto molteplici punti di vista, oltre quello più propriamente della descrizione architettonica nei capitoli 8 e 9. A noi è parso particolarmente importante anche per la descrizione, soprattutto nel cap. 6, dell’azione moralizzatrice delle strutture ecclesiastiche che va sotto il nome anche di “lotta per le investiture” con l’iniziativa di alcuni papi a partire da Niccolò II (da Firenze), Alessandro II (da Lucca) e Gregorio VII (Ildebrando di Soana) che succedettero alla serie di papi germanici (designati per volontà imperiale). Inoltre è bene rilevare come l’A. sia particolarmente attento a una lettura liturgica e sacramentale dell’edificio sacro già presentato fin dal titolo come insieme di “pietre vive” con riferimento al passo della prima lettera di Pietro (2,4–9): Cristo costituisce la pietra fondamentale del tempio vivo che è la sua comunità, è Lui la pietra “viva”. A partire dalla resurrezione, egli possiede la vita nella sua pienezza e può comunicarla agli uomini che, unendosi a lui, partecipano della sua vita e, a loro volta, divengono “pietre vive”.Ma c’è un ulteriore motivo che ci ha spinto a presentare questo libro, ed è la titolazionedella chiesa a Sant’Alessandro, una delle appena quattro esistenti in terra toscana (le altre sono a Fiesole, all’Incisa e a Volterra). Il santo in questione è il primo papa di tale nome vissuto fra 106/109 o 116/119, ma in realtà la vicenda presenta aspetti più complessi... L’ipotesi più accreditata sarebbe, secondo l’A. che ne parla diffusamente nel cap. 4, quella del vescovo Alessandro di Fiesole di cui si ricostruisce la vicenda storica nei primi decenni del sec. IX e conclusa con il suo martirio ad opera di nobili locali. Le sue spoglie furono tumulate nell’antica basilica di Fiesole che a lui fu dedicata (in precedenza detta di S.Pietro in Gerusalemme) e che ancora oggi possiamo ammirare salendo per l’erta strada che porta all’arce etrusca. Anche all’Incisa il santo titolare è sempre lostesso Alessandro di Fiesole e di cui si fa la festa ogni 6 giugno.Non abbiamo qui modo di seguire i convincenti ragionamenti che sono alla base della diversa titolazione della bella parrocchiale di Giogoli; in sintesi, l’edificio sacro sarebbe sorto (intorno al Mille) dedicandolo al martire Alessandro di Fiesole e se ne portano le opportune spiegazioni ma che poi il già ricordato papa Alessandro II, che aveva mantenuti stretti contatti con la pieve di Giogoli, intese fare riferimento al suo lontano predecessore sulla cattedra romana e promuoverne il culto.
Data recensione: 06/07/2025
Testata Giornalistica: Corrispondenza
Autore: Silvano Sassolini