Sogni d’Arcadia. Sigmund Lipinsky e gli ultimi tedeschi-romani, a cura di Emanuele Bardazzi, è la tredicesima mostra...
A ingresso gratuito dal 13 aprile al 7 giugno
Sogni d’Arcadia. Sigmund Lipinsky e gli ultimi tedeschi-romani, a cura di
Emanuele Bardazzi, è la tredicesima mostra del progetto “Alto/Basso” che
coinvolge tre sedi espositive del comune di Sesto Fiorentino: il Centro Antonio
Berti (via Bernini, 57), La Soffitta Spazio delle Arti (piazza Rapisardi, 6 -
Colonnata) e il Rifugio Gualdo (strada panoramica Colli Alti). Aperta a
ingresso gratuito dal 13 aprile al 7 giugno (orari: dal martedì al sabato
16.00-19.00, domenica 10.00-12.00 / 16.00-19.00), è arricchita da un catalogo
edito da Polistampa. Seguendo il modello della fortunata esposizione Incubi
nordici e miti mediterranei del 2014, che aveva per protagonista Max Klinger e
i maestri della grafica simbolista, al centro della scena è oggi Sigmund
Lipinsky (Graudenz, 1873 - Roma, 1940), di cui sono esposte complessivamente
230 opere tra dipinti, disegni e incisioni. Si tratta della mostra più
esaustiva finora realizzata in Europa, offrendo una panoramica oltremodo
esaustiva della sua produzione realizzata a Roma, ispirata allo spirito della
classicità e del primo Rinascimento. La prima generazione dei cosiddetti
Deutsche-Römer, rappresentata soprattutto da Arnold Böcklin, Anselm Feuerbach,
Hans von Marées e Adolf von Hildebrand, aveva maturato con rinnovata consapevolezza
quel legame romantico con l’Italia stabilito da Goethe in poi attraverso i
viaggiatori tedeschi del Grand Tour e i pittori Nazareni. Nel 1988 una grande
mostra realizzata a Monaco di Baviera, e poco dopo a Roma, aveva approfondito
il tema, tralasciando però la generazione successiva. Sogni d’Arcadia colma
questa lacuna affiancando a Sigmund Lipinsky, che fu spinto a dedicarsi
all’incisione proprio da Klinger insieme agli altri amici Otto Greiner e Max
Roeder, anch’essi tedeschi-romani, una ricca selezione di artisti di area
mitteleuropea a lui contemporanei accomunati dall’amore per il nostro paese,
dove trascorsero periodi più o meno lunghi. “Il bel paese”, spiega il curatore,
“appariva il luogo ideale per ipotizzare un’esistenza alternativa nel rapporto
quotidiano con la semplicità spontanea del volgo italico, soprattutto quello
rurale dell’Agro romano che viveva condizioni di arretratezza, ritenuto per
questa ragione immune dalle regole culturali di tipo borghese grazie alle sue
abitudini ancestrali e ancora incorrotte, che sembravano appartenere alle
leggende antiche e alla sacralità del mondo pastorale”. Il Centro Espositivo
Antonio Berti è interemente dedicato a Lipinsky, con dipinti e disegni esposti
oggi per la prima volta. Alla Soffitta è invece raccolta la sua opera incisa
pressoché completa – inclusa la celebre serie dell’Odissea e i raffinatissimi
ex libris – affiancata dai lavori degli amici più stretti, da Klinger a
Greiner. A Gualdo sono infine raccolti tutti gli altri artisti, tra cui Arnold
Bocklin, Max Roeder, Hermann Hirzel, Albert Welti, Rudolf Jettmar, Sascha
Schneider, Marcus Behmer, Hans Thoma, Erich Wolfsfeld, Paul Bürck, Adolf
Hiremy-Hirschl.
Data recensione: 10/04/2025
Testata Giornalistica: La Nazione.it
Autore: Maurizio Costanzo