Giorgio Starace, figura di spicco della diplomazia italiana, offre con "La pace difficile" un’opera di straordinario valore documentale...
Giorgio Starace, figura di spicco della diplomazia italiana,
offre con "La pace difficile" un’opera di straordinario valore
documentale e riflessivo. Il volume, edito in un contesto geopolitico ancora
profondamente scosso dall’aggressione russa all’Ucraina, si presenta non solo
come testimonianza diretta di un periodo critico, ma anche come esercizio di
lucida analisi su scenari futuri possibili – o auspicabili – per le relazioni
internazionali.
L’autore, ambasciatore d’Italia a Mosca dal 2021 al 2023, raccoglie nel suo
diario una serie di annotazioni che spaziano dalla cronaca diplomatica
quotidiana a riflessioni di ampio respiro sul senso e sulla funzione della
diplomazia in epoca di crisi sistemiche. La narrazione, pur nella sua natura
diaristica, si distingue per una densità concettuale e una coerenza
argomentativa tali da renderla un prezioso contributo agli studi delle delle
relazioni internazionali.
Starace racconta con partecipazione ma senza indulgenze emotive il lavoro dell’ambasciatore
in una capitale diventata improvvisamente epicentro di una guerra continentale.
La narrazione dei fatti si intreccia con descrizioni attente dei contesti
politici, culturali e sociali, offrendo al lettore una visione stratificata
della Russia post-24 febbraio 2022. Il linguaggio, pur accessibile, non
rinuncia alla precisione terminologica, e il ritmo narrativo è scandito da una
costante tensione tra l’osservazione dei fatti e la necessità di attribuire loro
un senso più ampio.
Il cuore del libro non è solo la descrizione degli eventi, bensì la progressiva
maturazione di un pensiero critico sulle possibilità di costruire un percorso
di pace credibile e duraturo. L’autore non si limita a rilevare la complessità
delle trattative, ma ne indaga le implicazioni etiche, culturali e strategiche,
collocando la questione bellica in un più vasto orizzonte di riflessione
globale.
Uno dei meriti più evidenti del volume è la capacità di restituire la
dimensione profondamente umana dell’agire diplomatico. Starace racconta episodi
di quotidiana fatica, momenti di solitudine istituzionale, ma anche istanti di
contatto autentico con interlocutori russi ed europei. L’approccio dell’autore
è marcatamente empatico, eppure mai ingenuo: la tensione tra necessità tattiche
e convinzioni personali è espressa con onestà intellettuale, rendendo il libro
particolarmente prezioso anche per coloro che si interrogano sul confine tra
realpolitik e idealismo nella gestione delle crisi internazionali.
Il testo si distingue inoltre per l’ampiezza dello sguardo. Pur concentrandosi
sull’invasione dell’Ucraina, Starace allarga il campo di analisi ad altre sfide
globali: la sostenibilità ambientale, le dinamiche migratorie, le minacce del
terrorismo transnazionale e il rapido sviluppo tecnologico (compreso quello
spaziale). In questo senso, il libro si configura anche come una riflessione di
politica globale, non limitata alla contingenza del conflitto russo-ucraino.
Il nucleo teorico dell’opera si condensa nella proposta, tanto idealistica
quanto necessaria, di un ritorno al multilateralismo. Starace insiste sulla
necessità di rilanciare le istituzioni internazionali – ONU in primis, ma anche
forum regionali e piattaforme intergovernative – per affrontare con strumenti
condivisi sfide che non conoscono confini. L’idea di "pace" che
emerge è ben lontana da una mera assenza di conflitto armato: essa si configura
piuttosto come una condizione dinamica, fondata su cooperazione economica, integrazione
culturale e rispetto della legalità internazionale.
Il volume non è, dunque, solo un riferimento al contesto specifico in cui si
svolge il racconto, ma assume il valore di un monito universale: il cammino
verso un equilibrio globale è impervio, discontinuo e irto di ostacoli, ma al
contempo è l’unica via percorribile per garantire un futuro sostenibile e
sicuro per l’umanità.
"La pace difficile" è un testo
che si distingue per rigore e profondità. La sua forza risiede nella capacità
di coniugare l’esperienza personale con una visione sistemica del mondo
contemporaneo. Non si tratta semplicemente di un diario di guerra, né di un
trattato teorico: è piuttosto una forma ibrida, dove l’osservazione in prima
persona si intreccia con un’esigenza di comprensione più ampia e sistemica.
In un momento storico dominato da semplificazioni e polarizzazioni, il libro
dell’ambasciatore Starace rappresenta un invito alla responsabilità, al dialogo
e all’ascolto delle ragioni dell’altro, anche – e soprattutto – quando sembrano
più distanti.
Data recensione: 23/04/2025
Testata Giornalistica: Archiviostorico.info
Autore: Franco Alghisi