A un anno dalla scomparsa dell’architetto fiorentino Guido Spadolini, la Biblioteca della Fondazione Spadolini...
Presentato il volume “Ricordi” un anno dopo la scomparsa
dell’architetto fiorentino
A un anno dalla scomparsa dell’architetto fiorentino Guido Spadolini, la
Biblioteca della Fondazione Spadolini Nuova Antologia, adagiata sulla collina
di Pian dei Giullari e da lui stesso progettata, ha ospitato la presentazione
del volume illustrato di memorie inedite “Ricordi”, edito da Polistampa nella
collana della “Biblioteca Nuova Antologia”.
Nato a Firenze, Spadolini si forma alla Facoltà di Architettura della sua
città, dove mostra sin da subito un particolare interesse per il recupero degli
edifici storici. Nel corso della sua carriera si dedica alla valorizzazione del
patrimonio artistico e culturale del capoluogo toscano, curando diversi
progetti di restauro e collaborando con varie istituzioni cittadine. Il suo
impegno si è esteso anche all’ambito accademico, con contributi di ricerca e
docenza nel settore della conservazione dei beni architettonici. La Biblioteca
Spadolini Nuova Antologia, a Pian dei Giullari, è uno degli spazi che meglio
testimoniano la visione e la sensibilità progettuale dell’architetto, sposando
il dialogo tra tradizione e innovazione.
Alla presentazione del volume hanno preso parte numerosi familiari e amici. Tra
i relatori sono intervenuti Cosimo Ceccuti, presidente della Fondazione
Spadolini, la sorella Maria Donata Spadolini – che ha letto un messaggio della
curatrice del volume Laura Ristori (assente per motivi di lavoro) –, il collega
e amico architetto Massimo Ruffilli e il figlio Jacopo.
“La famiglia – ha dichiarato la moglie di Guido, Valentina Boris – ha
fortemente voluto la realizzazione del volume secondo una precisa volontà di
mio marito, che aveva scelto anche il luogo della presentazione, a lui
particolarmente caro”.
“La vita frenetica di Guido Lorenzo Spadolini – spiega la sorella Maria Donata
-, vissuta sempre al limite delle proprie possibilità, sia nel lavoro che in
tutte le molteplici attività che svolgeva quotidianamente, negli ultimi tre
anni era in parte stata modificata dalla necessità di fare la dialisi. Tre
volte la settimana, ogni seduta durava di media quattro ore, in cui devi stare
fermo in un letto, non puoi leggere né scrivere – notevole impedimento per lui
che aveva sempre una penna in mano – e, se non riesci ad assopirti, puoi solo
lavorare col pensiero, vagare nella memoria e riuscire a far riaffiorare
ricordi lontani, pezzetti di vita che sono rimasti per lungo tempo silenti.
Nelle tante ore trascorse in ospedale Guido ha avuto modo di ripercorrere parte
della sua fanciullezza e adolescenza evidenziate da eventi più o meno
importanti, ma sicuramente significativi per lui”.
Data recensione: 17/03/2025
Testata Giornalistica: La Nazione.it
Autore: Caterina Ceccuti