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Chi mai, varcando il portone della Questura di Firenze in via Zara, si rende conto che sta entrando nell’antico Ospedale...

Chi mai, varcando il portone della Questura di Firenze in via Zara, si rende conto che sta entrando nell’antico Ospedale di San Bonifacio? Dopo oltre un secolo di trasformazioni, ampliamenti, distruzioni e trasferimenti di opere d’arte, solo un grande loggiato esterno e il ‘Cenacolo’ seicentesco di Fabrizio Boschi nell’ex Refettorio ci ricordano che siamo dentro l’Ospedale di San Giovanni Battista, fondato nel 1377 da Bonifacio Lupi, figura di grande fascino e interesse, uomo d’armi, condottiero e diplomatico innamorato di Firenze. Affidata alla gestione dell’Arte di Calimala, la struttura fu anche dotata da Bonifacio di quegli ‘Ordinamenta’ scritti fra il 1388 e il 1391 – e da poco riscoperti in un archivio londinese – che costituiscono un documento importante per capire come erano organizzati gli ospedali nel Medioevo. Dedicati all’assistenza dei malati, dei bisognosi, degli orfanelli, dei deboli e dei poveri, erano così numerosi e importanti nella struttura sociale di Firenze da costituire quasi un ‘unicum’. Ce lo confermano luoghi come l’ospedale di Santa Maria Nuova e l’Istituto degli Innocenti, tutt’ora in funzione. A fine Ottocento invece l’Ospedale di Bonifacio perse le sue funzioni, trasferite in parte a Careggi e in parte a San Salvi, e passò allo Stato. Ne ricostruisce ora la storia il volume curato da Cristina De Benedictis, Esther Diana e Roberta Roani “L’Ospedale di Bonifacio Lupi a Firenze. Un patrimonio dimenticato di arte e assistenza” (ed. Polistampa) per la collana ‘Arte, devozione e scienza. I Musei della Sanità Toscana’. Un viaggio nelle vicende architettoniche del complesso e alla ricerca dei pittori che lo hanno ornato: Niccolò di Pietro Gerini, Lorenzo di Bicci, Cosimo Rosselli, il Sogliani, Matteo Rosselli...
Data recensione: 01/12/2024
Testata Giornalistica: Toscana Tascabile
Autore: Gloria Chiarini