Gli occhiali seriosi, con la montatura pesante, l’ormai inseparabile cappello da jazzista e i pantaloni che faticano a coprire...
La Mosca in città. “Fantastico suonare a un passo dal Duomo”
Gli occhiali seriosi, con la montatura pesante, l’ormai inseparabile cappello da
jazzista e i pantaloni che faticano a coprire i suoi 194 centimetri di altezza.
Jeff Goldblum arriva al Teatro Niccolini, dove stasera debutterà con il suo
ensemble “The Mildred Snitzer Orchestra”. Sorride, gesticola, si guarda intorno
curioso, canticchia come attraversato dal ritmo o come se stesse ripassando la
parte. Trentotto anni fa era stato la Mosca nell’omonimo film horror con cui
David Cronenberg descrisse l’incubo della metamorfosi, oggi lo ritroviamo
seduto a un piano a interpretare se stesso. «È la prima volta che mi esibisco
in Italia. Ho parlato del mio concerto fiorentino anche nel night show di Jimmy
Kimmel, così adesso il Teatro Niccolini è famoso in tutto il mondo» dice l’attore
americano sotto lo sguardo compiaciuto di Hershey Felder, l’artista e regista
canadese, ormai fiorentino d’adozione, che da questa stagione dirigerà la
programmazione del teatro di via Ricasoli, storico palco di Paolo Poli.
Obiettivo: portare a Firenze l’atmosfera della nightlife di Manhattan
attraverso concerti (alcuni anche in collaborazione con gli Amici della
Musica), spettacoli di prosa e talk rivolti sia ai fiorentini che agli
stranieri presenti in città.
Per iniziare, Felder ha calato subito l’asso Goldblum. Interprete feticcio di
Robert Altman, con cui ha girato California
Split (1974), Nashville (1975), Terapia di gruppo (1986) e I protagonisti (1992) l’attore ha
lavorato con grandi registi come Woody Allen e John Landis. Lo abbiamo visto alle
prese con i velociraptor in Jurassic park
di Steven Spielberg e nelle pellicole cult di Wess Anderson (da Le avventure acquatiche di Steve Zissou
del 2004 a Grand Budapest Hotel del
2014). In tv, tanto per citare il lavoro più recente, ha prestato il suo volto
inconfondibile a Zeus nella serie Netflix ispirata alla mitologia greca, Kaos. Mentre a novembre sarà di nuovo al
cinema nei panni del Mago di Oz, con Ariana Grande, in Wicked, adattamento cinematografico dell’omonimo musical hollywoodiano.
Musica e cinema si intrecciano da sempre nella carriera del poliedrico Goldblum.
«Sono due passioni nate in contemporanea quando avevo più o meno dieci anni»
dice l’artista che, della sua infanzia a Pittsburgh, terzo di quattro figli,
ricorda la fascinazione per il jazz e i lavoretti da pianista, prima dello
sbarco a New York per studiare recitazione. «Ho sempre cercato di inserire il piano
in tutti i miei ruoli» prosegue The Fly. «In Wicked, dove canto, ho lavorato
con Alex Frank come direttore musicale, che anche il bassista della mia band».
Goldblum ha fondato la “Mildred Snitzer Orchestra” ormai trenta anni fa. «Il
nome l’ho preso in prestito da quello di una vecchia signora di 102 anni, amica
di mia mamma» racconta ancora l’artista. «Volevamo semplicemente suonare un po’
in giro, poi sono arrivati i dischi, le collaborazioni, con Miley Cyrus e Fiona
Apple per esempio, e i concerti in Europa. Ci muoviamo tra standard jazz, brani
classici arrangiati in maniera contemporanea e tanta improvvisazione ». Lo show
di Goldblum al Niccolini prevede due serate già sold out da giorni. Accanto a
lui ci saranno, oltre ad Alex Frank, John Storie alla chitarra, Joe Bagg
all’organo, Scott Gilman and James King al sax, Ryan Shaw alla batteria e
Tawanda come vocalist.
«Suonare a pochi passi dal Duomo sarà emozionante. Sono innamorato dell’Italia
e in particolare di Firenze. Con mia moglie e i miei due figli abbiamo scelto
di passare qui un po’ di tempo» dice ancora l’attore che non nasconde la
passione per la moda, la buona cucina e l’arte. Dal gelato in piazza della
Passera allo shopping in via Maggio, dalle scarpe fatte a mano al «miglior
negozio di calzini», l’attore si gusta la dolce vita fiorentina in attesa dei prossimi
impegni da affrontare con la filosofia che da sempre lo accompagna da un
palcoscenico a un set: «Non voglio crescere, voglio continuare a vivere con la
stessa spinta creativa di un bambino» conclude.
Data recensione: 20/09/2024
Testata Giornalistica: La Repubblica
Autore: Barbara Gabbrielli