Un bibliotecario che scrive è già di per sé un invito alla lettura. Lo è ancora di più se il bibliotecario in questione si chiama...
Un bibliotecario che scrive è già di per sé un invito alla
lettura. Lo è ancora di più se il bibliotecario in questione si chiama Walter
Scancarello, è nato nel 1972 e lavora da vari anni nella Biblioteca Umanistica
dell’Università di Firenze. Ha già pubblicato saggi e racconti sulla rivista
“Erba d’Arno” e su “Nuovi Argomenti”, alcuni dei quali ho avuto modo di leggere
e di apprezzare. Da poco, nel dicembre 2023, ha esordito con una raccolta di
racconti dal titolo Certi uomini (e altre
donne) appena uscito per i tipi di Mauro Pagliai Editore. Un piccolo libro
di circa ottanta pagine che forse è qualcosa di più che una semplice raccolta
di pezzi staccati perché gli undici racconti sembrano avere una loro unità di
fondo. L’unità viene soprattutto dai luoghi in cui si svolgono gli accadimenti
narrati, per lo più lungo la linea ferroviaria Firenze-Livorno e più o meno
paralleli al corso dell’Arno. Viene anche da luoghi urbani prossimi alla stazione
ferroviaria, come la zona tra Piazza Tasso e via del Campuccio a Firenze. Viene
dai binari lungamente osservati, con sfumature di luci quasi sempre notturne: «I
nostri binari arrugginiti sono sempre là, sotto alla finestra, ed escono dalla
città. Non luccicano mai, né con il sole, né con la pioggia. Sono binari che
non portano da nessuna parte. Finiscono presto, dentro una fabbrica» (p. 47).
Viene da sguardi obliqui in appartamenti affacciati su un semaforo oppure da
soste al bar della stazione. Viene da amori furtivi di coppie poco comunicanti,
da vite di solitudine in compagnia di amorosi gatti. Oltre i profili di ‘certi uomini’
e di ‘altre donne’ l’unità sotterranea della raccolta risulta infine più
probabile nella scissione tra vite d’ufficio, di lavoro e di famiglia, e libere
vite del desiderio.
Data recensione: 01/01/2024
Testata Giornalistica: Il Portolano
Autore: Maria Fancelli