Grande navigatore, umanista, uomo di scienza come d’azione, Giovanni da Verrazzano è ricordato principalmente per il viaggio...
Le celebrazioni del Verrazzano Day viaggiano sull’asse
Firenze-New York. La vita del grande navigatore è raccontata nella prima
biografia sistematica e divulgativa
Grande navigatore, umanista, uomo di scienza come d’azione, Giovanni da
Verrazzano è ricordato principalmente per il viaggio oltreoceano che lo portò
nel 1524, primo occidentale, nella baia di New York, e quindi ad esplorare le
coste orientali degli attuali Stati Uniti d’America. Esattamente 500 anni fa,
il 17 aprile del 1524, Giovanni da Verrazzano mise piede in quella che oggi è
la baia di New York. Essendo al servizio del re di Francia, la battezza Baia di
Santa Margherita, come la sorella di Francesco I. Al ritorno da quel viaggio
non avrà trovato quello che i suoi committenti auspicavano, ovvero il famoso
passaggio verso le Indie, ma avrà esplorato tutta la costa atlantica americana,
dalla Florida all’Isola di Capo Bretone, scrivendo un’importante pagina di
storia.
La Fondazione Giovanni da Verrazzano per l’occasione ha organizzato la
presentazione del libro ‘Giovanni da Verrazzano. Navigatore e gentiluomo’ di
Marco Hagge (Mauro Pagliai Editore), con illustrazioni di Bruno Solís, a
Firenze, alla Biblioteca delle Oblate. Insieme all’autore, sono intervenuti
Luigi Giovanni Cappellini, presidente della Fondazione Giovanni da Verrazzano,
e Riccardo Ventrella, responsabile Relazioni e Progetti internazionali del
Teatro della Toscana. Il volume, con una appassionata prefazione di Eugenio
Giani, e una traduzione già realizzata in lingua inglese, è la prima biografia
sistematica e divulgativa di Giovanni da Verrazzano, che ricostruisce
accuratamente il quadro storico della Firenze a cavallo tra Quattro e
Cinquecento, snodo scientifico e culturale dell’intera Europa, e quindi anche
punto di riferimento obbligatorio per i grandi viaggi di esplorazione. Ne
emerge il ritratto di un viaggiatore coraggioso, che fu anche abile politico e
imprenditore, una penna raffinata e un personaggio dalle spiccate doti umane,
che trattava con gli indigeni da pari a pari. “Uomo brillante e attivo – ha
spiegato Marco Hagge – inserito a pieno titolo nella vita pubblica e in una
rete ben strutturata di relazioni politiche, Giovanni da Verrazzano fu grande
geografo e marinaio, ma veramente espressione massima della figura del
navigatore-umanista”. Culmine delle celebrazioni è oggi, Verrazzano Day, al
Castello di Verrazzano, Greve in Chianti, dove sono in programma il dibattito
“Europa-America: 500 anni di relazioni culturali” e la presentazione del libro
di Marco Hagge, con le letture degli attori Fabio Baronti e Luca Carocci della
Compagnia delle Seggiole. “Il 17 aprile è un giorno importante - ha detto Luigi
Giovanni Cappellini - che rappresenta il momento fondante dei rapporti
culturali tra Italia e Stati Uniti d’America”. Seguirà poi una serie di momenti
per celebrare il viaggio di Verrazzano. Un percorso voluto dalla Fondazione
omonima, che ha raccolto per questo un prestigioso Comitato d’Onore che annovera
Il Presidente della Regione Toscana, il Console Generale degli Stati Uniti d’America,
il Sindaco della Città di Firenze e Presidente dell’Area Metropolitana e il
Sindaco di Greve in Chianti. “Verrazzano è conosciuto per il ponte intitolato a
lui a New York - ha detto Luigi Giovanni Cappellini, presidente della
Fondazione - ma in realtà è stato lui il ponte tra le civiltà del vecchio e del
Nuovo Mondo. Un grande personaggio che ad oggi non è molto conosciuto, quindi
pensiamo che il libro di Marco Hagge possa essere l’occasione giusta per
celebrarlo nel modo migliore, dandogli finalmente la popolarità che merita”.
“Con i viaggi di esplorazione del Quattrocento e Cinquecento – ha detto la
vicesindaca e assessora alla cultura Alessia Bettini – navigatori italiani come
Giovanni da Verrazzano scelsero di salpare verso l’ignoto e rischiare la vita
per scoprire cosa si nascondesse oltre l’orizzonte della conoscenza. Una
stagione di grandi imprese che segnò un momento di svolta nella storia
universale e sulla quale il libro di Hagge riaccende giustamente i riflettori.
Le celebrazioni per il cinquecentenario del viaggio di Giovanni da Verrazzano
rappresenta non solo un’occasione per ricordare quelle vicende straordinarie,
ma anche per mettere insieme le energie dei territori legati alla storia del
grande navigatore in un’ottica sistemica della promozione culturale e turistica
che riguarda tutto il territorio metropolitano”.
Gli eventi previsti viaggiano sull’asse Firenze-New York, con una serie di
appuntamenti che si svolgeranno sulle due sponde dell’Atlantico, per raccontare
la figura del navigatore, raro - se non unico - esempio di uomo di mare colto e
cosmopolita, che, al servizio del re di Francia, fu il primo europeo ad entrare
in quella che oggi è nota come la Baia di New York, da lui battezzata, “Baia di
Santa Margherita”, in omaggio alla sorella di Francesco I. Se, contrariamente
alle aspettative del monarca, non trovò il sospirato (e inesistente) passaggio
verso le Indie, Giovanni esplora l’intera costa atlantica degli attuali Stati
Uniti d’America, dalla Florida all’Isola di Capo Bretone. L’unicità di Giovanni
da Verrazzano non si ferma alle imprese della sua vita: perduti i documenti che
lo riguardano, manipolata la sua relazione e dimenticato dopo la morte, la
memoria del navigatore lentamente svanisce a causa di una serie di incredibili
coincidenze negative. Scambiato per un pirata dagli Spagnoli in quanto agente
del re di Francia, di equivoco in equivoco Giovanni verrà considerato perfino
una specie di desaparecido, di cui si nega l’esistenza, o utilizzato, in
alternativa, come bersaglio di una scombinata polemica nazionalistica scoppiata
nell’Ottocento fra le due sponde dell’Atlantico: ulteriore – e umiliante –
paradosso, per un uomo cosmopolita come lui. Ma paradossale sarà anche il
finale della storia: quando, in maniera altrettanto casuale, il documento
autografo che spazza via secoli di errori e di menzogne, salterà fuori nel
luogo dove nessuno aveva pensato di cercarlo: nella biblioteca dove era stato riposto
con cura da uno dei suoi corrispondenti. Marco Hagge conduce il vascello degli
studi sul navigatore fuori da questa coltre nebbiosa, restituendo la figura di
un esploratore diverso dagli altri, meno interessato alle ricchezze che alla
scoperta del mondo e delle culture diverse da quella occidentale: nel segno di
uno spirito umanistico che, altro paradosso, finirà per tradirlo quando, nella
sua ultima missione, verrà trucidato ai Caraibi da una tribù di aborigeni,
sotto gli occhi del fratello Gerolamo, suo cartografo di fiducia.
Data recensione: 17/04/2024
Testata Giornalistica: La Nazione.it
Autore: Maurizio Costanzo