Mario Bernardi Guardi, scrittore e giornalista, nonché conferenziere e già presidente di prestigiose istituzioni...
L’esistenza di Arthur Rimbaud è essa stessa un romanzo, e
proprio in questa forma ce la racconta il giornalista scrittore Mario Bernardi
Guardi
Mario Bernardi Guardi, scrittore e giornalista, nonché conferenziere e già
presidente di prestigiose istituzioni culturali come l’Accademia dell’Ussero di
Pisa, ha dato alle stampe ‘Io è un altro. Il ragazzo Rimbaud’ (Mauro Pagliai
Editore), un’opera in cui il “poeta maledetto” sembra trascinarci nel suo mondo
attraverso un lungo flusso di coscienza. Breve ma intensissima, erratica e a
tratti scandalosa, ma superba e irripetibile per traguardi artistici e vette di
pura genialità: l’esistenza di Arthur Rimbaud è essa stessa un romanzo. E
proprio in questa forma ce la racconta il giornalista scrittore Mario Bernardi
Guardi nelle pagine di quest’opera. “Io mi chiamo Arthur Rimbaud. Sono
francese. Nato a Charleville, alla frontiera col Belgio, lungo le rive della
Mosa. I miei antenati erano celti, forti e fieri. Il presente non gli
somiglia…”. L’inizio della narrazione ci presenta un Arthur nelle vesti di
liceale scapestrato, a tratti ribelle e sboccato, diviso tra le passioni
giovanili – come l’attrazione per le ragazze o il sarcastico disprezzo per
Napoleone Bonaparte – e le difficoltà della situazione familiare, segnata
dall’assenza del padre e dai rapporti tesi con una madre austera e severissima.
Il racconto continua con le tappe più emblematiche del suo percorso umano: i
primi folgoranti successi scolastici e letterari, il sodalizio col professore
di retorica Georges Izambard, i numerosi viaggi. E naturalmente l’amicizia con
i poeti maledetti, specialmente Paul Verlaine, assieme al quale darà vita a un
linguaggio del tutto nuovo, dissacrante e moderno, che scardinerà le
convenzioni dell’Ottocento. Quando si accinge a scrivere la sua ultima opera,
Una stagione all’inferno, Rimbaud ha soltanto diciannove anni. Morirà a
trentasette, lasciando una traccia indelebile nella storia della poesia. “Io
adesso ho finito e non so quel che incomincio”, troviamo scritto nell’ultima
pagina del libro. Ma come ebbe a dire il filosofo Emil Cioran, “tutto è
inconcepibile in Rimbaud, tranne il suo silenzio. Ha cominciato dalla fine”.
Data recensione: 06/02/2024
Testata Giornalistica: La Nazione.it
Autore: Maurizio Costanzo