Con questo nuovo libro – dal suggestivo titolo “Il dito e l’anello” (che è uno dei pezzi, forse fra i più commuoventi, presenti nella raccolta)...
Con questo nuovo libro – dal suggestivo titolo “Il dito e
l’anello” (che è uno dei pezzi, forse fra i più commuoventi, presenti nella
raccolta) – Delconte (che ricordiamo è giurista, canonista, docente e
pubblicista) recupera, con forza e grazia, la nobile tradizione italiana
dell’elzeviro di qualità (che è quell’articolo di fondo di letteratura, da
terza pagina, che spazia liberamente dal racconto, dalla memoria
autobiografica, dalla riflessione sull’attualità, alla cultura e all’arte),
offrendoci, forse, in queste pagine la prova della sua maturità narrativa. Gli
argomenti affrontati sono molti: personaggi ecclesiastici e amici di valore,
ricordi familiari, originali interpretazioni su famosi dipinti, riflessioni
sulla letteratura, sul diritto e sulla spiritualità cristiana, tutti però
segretamente accomunati dall’attenzione per l’uomo, ed i mille risvolti della
sua avventura esistenziale. Da questo ricco zibaldone – di grande fascino e di
piacevole e corroborante lettura – possiamo sicuramente ricavare non soltanto
felici intuizioni ed acute riflessioni, ma anche un certo godimento estetico
derivante dall’inquieta e levigata parola dell’autore. Pur nell’impossibilità
di render conto della varietà e profondità dei temi proposti (alcuni dei quali
– pensiamo alla originale lettura dantesca sul canto X del Paradiso, o alle
pagine dedicate al novelliere Matteo Brandello, o agli scrittori Personè,
Marchini o La Capria, al tema della comunicazione o della sapienza o alla
interessante interpretazione “castelnovese” dell’Ultima Cena di Leonardo –
meriterebbero ognuno una recensione propria), non possiamo non citare le belle
pagine dedicate al ricordo del padre dell’autore (“Di giorno sul fiume”); alle
zie di Pegli (“L’ascensore di Pegli”); agli amati zii Dante e Paolina (“Il dito
e l’anello”); ai ricordi di gioventù (“Lezioni sull’erba”); al rapporto tra
valore personale e tradizione familiare (“La regola del tre”) e, infine, al
commosso e vivissimo ricordo del Vescovo di Alba e poi di Tortona Luigi
Bongiannino (“Il vino del vescovo”).
Se è vero che, da sempre, Delconte è in bilico tra diritto e letteratura, tra
appassionata ricerca e scrupolo divulgativo, in quest’opera dimostra la sua
maturità di studioso e di scrittore: ed il lettore potrebbe avere così
l’impressione di trovarsi nel proprio confortevole salotto di casa insieme
all’autore, il quale vuole condividere in amicizia la sua parola, quale fosse
un pregiato e artigianale liquore da assaporare in compagnia… perché – come ha
scritto il professor Michele Madonna nella bella prefazione (citando il
registra Ermanno Olmi) – “tutti i libri del mondo non valgono un caffè con un
amico”.
Data recensione: 01/10/2023
Testata Giornalistica: Bollettino parrocchiale
Autore: ––