“E poi è arrivato. Iosif è bellissimo. Magro, piccolissimo, capelli biondi e occhi azzurri, incredibile somiglianza con Saverio...
“E poi è arrivato. Iosif è bellissimo. Magro, piccolissimo,
capelli biondi e occhi azzurri, incredibile somiglianza con Saverio che
noteranno tutti, vola tra le mie braccia un po’ perplesso”. Anna aveva visto
Iosif in foto, lo aveva immaginato. Quel giorno di trent’anni fa, in un
orfanotrofio di Satu Mare, in Romania, lo ha incontrato, abbracciato, iniziando
insieme a lui a riempire la loro “storia senza storia”.
Anna Pampaloni, giornalista fiorentina, quella storia l’ha vissuta e anche
scritta: è raccolta nel libro In un giorno bellissimo (Mauro Pagliai,
presentazione il 5 marzo alle 19 al Conventino). Racconta la strada che ha
portato Iosif, adottato da Anna e dal marito Saverio quando aveva 5 anni, a
diventare prima un adolescente, poi un uomo. Il libro l’ha iniziato e
interrotto più volte, finché la morte la morte di Saverio l’ha spinta a
completarlo. “L’ho scritto per mio figlio e per anche per me, volevo chiudere
il cerchio”, spiega. “Quando l’hai sentito tuo. Quante volte questa domanda che
mi ponevano in tanti. Non subito. All’inizio lo consideravo per quello che era.
Un bambino in difficoltà sradicato dalle sue certezze, portato via dal posto in
cui era cresciuto da due adulti, fatto salire se due aerei e trapiantato in
Italia in un posto sconosciuto dove poteva comunicare soltanto a gesti. Qui è
la parte difficile di un genitore adottivo. Bisogna mettersi dalla parte del
bambino. Non sempre riesce. Spesso ci mettiamo dalla parte nostra”, si legge
nel volume.
Anna lo ha sentito suo una sera, un anno dopo il suo arrivo, quando Iosif le
chiese se il letto in cui dormiva, che gli piaceva molto, sarebbe potuto durare
ancora per tanto tempo, fino alla nascita di suo figlio. “Con la sua domanda
esprimeva un desiderio di continuità, di certezze. Lo stesso che provavo io. È
stato naturale rispondergli sì”. Ha voluto regalare il libro a Iosif per il suo
compleanno, il 31 ottobre: “Alcune cose le ricordava, altre no, ma ha detto che
leggerlo lo ha molto commosso”. La strada per arrivare a l’adozione è stata
tortuosa: la scelta dell’associazione a cui rivolgersi, la voglia di avere
subito un bambino, l’attesa di tre anni. “Poi incontri questo esserino che non
conosci e lui non conosce te: eravamo disorientati. Quante volte lo abbiamo
sgridato senza capirlo, e quante volte abbiamo lasciato correre e non era il
caso. Poi abbiamo dimenticato la perfezione, e abbiamo cominciato a fare i
genitori. Allora ha funzionato davvero”.
L’autrice si sofferma anche sull’iter che una coppia che vuole adottare un
bambino deve affrontare: foglie da compilare, viaggi, interrogatori e domande
invadenti a cui rispondere, documenti da presentare, lunghe attese, che fanno
nascere dubbi, senso di ingiustizia e di inadeguatezza. Lei ha visto molte
coppie arrendersi e tante adozioni non andate a buon fine. Spera che il suo
libro possa aiutare dei futuri genitori. “Non scoraggiatevi, noi abbiamo avuto
un’adozione felice”.
Data recensione: 01/03/2024
Testata Giornalistica: Corriere fiorentino
Autore: Ivana Zuliani