Il volume offre l’edizione del De iure di Leon Battista Alberti, opuscolo redatto a Bologna nel settembre 1437 in forma
Il volume offre l’edizione del De iure di Leon Battista Alberti, opuscolo redatto a Bologna nel
settembre 1437 in forma di lettera indirizzata al giurista Francesco Coppini,
che presenta una serie di riflessioni filosofiche che devono guidare l’optimus iudex nell’applicazione pratica
del diritto. Dopo alcuni cenni dedicati alla ricostruzione dei rapporti tra
Coppini e l’Alberti, l’A. si interroga sull’interpretazione del De iure a
partire dai diversi giudizi espressi dai critici (G. Mancini, D. Maffei, N.
Casagli, G. Ponte, D. Quaglioni e G. Rossi): si è progressivamente affermata
l’opinione secondo cui il testo non sarebbe inquadrabile tra le opere
giuridiche ma piuttosto tra quelle di stampo filosofico. In particolare si è
sottolineato il rapporto tra il De iure
di Alberti e il De legibus di
Cicerone. Significativo in questo senso è stato il contributo di R. Cardini (Biografia, leggi e astrologia in un nuovo
repertorio albertiano in Leon Battista Alberti umanista e scrittore. Filologia,
esegesi, tradizione Firenze 2007 pp. 21-189; cfr. MEL XXX 3178) che ha valorizzato
un testimone umanistico del testo ciceroniano appartenuto all’Alberti (Firenze,
BNC, Conv. soppr. I.9.3); l’A. commenta dunque i passi del filosofo antico, già
individuati da Cardini, che sono ricollegabili al De iure. In seguito descrive puntualmente i tre manoscritti del De
iure (A = Milano, Ambrosiana, I 193 inf.; F = Firenze, BNC, II.IX.96; O =
Oxford, Bodl. Libr., Canon. misc. 172); l’edizione a stampa allestita da
Girolamo Massaini (Firenze 1497-1501); la traduzione in italiano effettuata da
Cosimo Bartoli (Venezia 1568) e infine l’edizione di C. Grayson (Il «De iure» di L. B. Alberti in Tradizione
classica e letteratura umanistica I Roma 1985 pp. 173-94) di cui evidenzia
i limiti (stemma codicum di tipo
verticale e non orizzontale come invece risulta più opportuno; lezioni della
tradizione emendate che invece devono essere mantenute). L’A. presenta poi gli
errori di archetipo e quelli di famiglie; identifica varianti redazionali ma soprattutto
distingue le varianti probabilmente autoriali da quelle invece da ricondurre a
interventi redazionali compiuti da Girolamo Massaini: a pag. 142 propone dunque
lo stemma codicum che è emerso
appunto dalla collazione completa dei testimoni e dalla valutazione della
specifica funzione della stampa Massaini. L’apparato a corredo del testo
riporta nella prima fascia le varianti redazionali e nella seconda gli errori
di tradizione. Il volume si conclude con gli indici dei manoscritti e delle
edizioni a stampa, delle altre opere di Leon Battista Alberti, delle fonti del
De iure, dei nomi e dei luoghi e un indice linguistico delle particolarità sintattiche
dell’autore (pp. 165-78).
Data recensione: 01/07/2023
Testata Giornalistica: Medioevo Latino
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