Un’ampia retrospettiva dedicata a Pietro Annigoni – scomparso nel 1988, nato a Milano e trasferitosi a Firenze
Annigoni e la sua scuola a Sesto Fiorentino
Un’ampia retrospettiva dedicata a Pietro Annigoni – scomparso nel 1988, nato a
Milano e trasferitosi a Firenze nel 1925, fino a trasformarsi, così come fu
definito da Indro Montanelli, in un «fiorentino terrestre, preciso e asciutto» –,
arriva a Sesto Fiorentino (FI) per il quattordicesimo evento del progetto “Alto
Basso”. Dal 15 ottobre al 5 dicembre in diversi luoghi della città – il Centro
Espositivo Antonio Berti, La Soffitta Spazio delle Arti e il Rifugio Gualdo,
dove fra l’altro Annigoni nel 1996 era già stato presente con disegni inediti e
grafiche dal 1930 al 1980 ? “Annigoni e la sua scuola. Bellezza tra alchimia e
realtà” propone oltre 200 opere (nella foto Personaggio biblico) tra incisioni,
litografie, disegni, sanguigne, opere su carta e oli, provenienti dalla Casa
Museo Gilberto Grilli, enti e collezioni private. Lo storico dell’arte Gilberto
Grilli – curatore della mostra, collezionista, memoria storica di Annigoni
(uomo che «ha voluto dedicare tutta la sua vita a Pietro Annigoni», diceva
Benedetto Annigoni, figlio dell’artista) – mette a confronto opere, scritti e
lettere, anche degli allievi dell’artista, da Antonio Ciccone e Luciano
Guarnieri, a Luca Battini e Luigi Falai. «C’era una volta un grande pittore,
capace, secondo Berenson e De Chirico, di stare alla pari con i grandi del
Rinascimento–- scrive Grilli nel catalogo che accompagna la mostra –. Questo
genio, però, ha avuto la sfortuna di essere nostro contemporaneo, così vicino a
noi da non poter essere visto, come quando ci troviamo a pochi centimetri da un
palazzo e non riusciamo a coglierne la struttura». Grilli invita il visitatore
ad andare oltre l’ammirazione del «solo aspetto tecnico e della formidabile
abilità esecutiva» e a scoprire lo slancio vitale che si può cogliere nelle opere
dell’artista: «Annigoni celebra il coraggio e la dignità di una vita, di
un’esistenza fragile e misteriosa ma dei quali il nostro spirito avrà sempre
bisogno di nutrirsi». Quello di Annigoni è stato, sottolinea anche Giulia
Ballerini, direttrice del Museo Soffici e del ‘900 italiano di Poggio a Caiano,
un «nuotare controcorrente, nelle acque dilaganti dell’informale e
dell’astrattismo degli anni Cinquanta, portando avanti con fede e convinzione
il suo attaccamento viscerale alla realtà - “unica vera maestra” come sosteneva
Giovanni Fattori». Un artista dalla produzione vastissima «dalla ritrattistica
alla materia sacra e al paesaggio. Questa mostra intende proprio illustrare,
attraverso disegni, schizzi, dipinti e incisioni, i diversi aspetti dell’artista:
straordinario ritrattista e disegnatore, raffinato interprete della natura e
del sacro, grande paesaggista e acquafortista di prim’ordine».
Data recensione: 01/10/2023
Testata Giornalistica: Informatore
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