Il 1911, per Parigi, non è un anno qualsiasi del calendario; il trafugamento dal Louvre della Gioconda si intreccia
Il 1911, per Parigi, non è un anno qualsiasi del calendario;
il trafugamento dal Louvre della Gioconda si intreccia con eventi che segnano
la vita di tanti personaggi che in gran parte finiranno sui libri di storia
caratterizzando con le loro vicende un’intera epoca. Ce lo racconta in maniera
brillante e affascinante, ma anche rigorosa nei riferimenti alle fonti del
periodo, Franco Poggianti nel suo Parigi
1911. Il furto della Gioconda e dintorni, edito da Mauro Pagliai. Il libro
ci conduce nell’atmomosfera di quegli anni, facendoci fare un viaggio nel tempo
in quella Parigi capitale della modernità trionfante.
«Parigi era la civiltà, la prima che io avessi visto», una espressione
emblematica scritta nelle memorie di un giornalista americano, Edgar Ansel
Mowrer, corrispondente dall’Italia del «Chicago Daily News» e che, nel 1911,
vive a Parigi. Insomma, quella che era considerata la capitale delle
rivoluzioni, all’inizio del Novecento è indicata come l’avanguardia della
civiltà, la città della luce. Gli occhi di tutto il mondo sono su Parigi. Ma
alla frivolezza della ‘belle époque’ si accompagna, e non sempre sotto traccia,
un sordo brontolio che precede lo scoppio della Prima guerra mondiale che
segnerà una svolta epocale della storia europea e mondiale.
Scorrendo le pagine si rivivono personaggi e tanti episodi di un mondo che trova
a Parigi il luogo ideale. Scienziati, pittori, poeti, avventurieri,
rivoluzionari, esuli; tanti di loro lasceranno un segno importante nella
storia. Da Picasso a Modigliani, da Marie Curie a Gertrude Stein, da Anna
Achmatova a Coco Chanel, da Lenin a Apollinaire, da Giuseppe Cei a Hélène
Dutrieu. Molti di costoro sono ancora degli sconosciuti alla ricerca della
propria strada, altri, come Picasso, stanno già per diventare celebrità;
Poggianti ne racconta tanti aspetti insoliti e anche le alterne fortune. I
caffè sono da tempo luoghi di ritrovo e di discussione, dove si va per incontrare
anche volti nuovi. Così accade per il Cafè de la Rotonde, un luogo simbolo di
generazioni di artisti, ma non solo; seduti ai suoi tavoli, si possono
incontrare personaggi come Amedeo Modigliani e Lenin mentre sorseggiano bevande
calde e leggono i quotidiani appena stampati. Uno degli episodi più divertenti
raccontati è quando Modigliani all’improvviso accende un fiammifero e dà fuoco
al giornale che sta leggendo Lenin e lui, abitualmente facile alla rabbia,
scoppia, sorprendendo tutti, in una fragorosa risata.
È una Parigi sempre più crocevia di incontri e di passioni amorose, ma è anche meta
di tanti emigranti in cerca di lavoro; uno di questi è l’operaio, decoratore e stuccatore,
Vincenzo Peruggia che, il 21 agosto del 1911, compie una missione incredibile:
il furto della Gioconda di Leonardo da Vinci.
Ne parlano per lungo tempo i giornali di tutto il mondo, sono accusate molte personalità
francesi ed internazionali, vengono sospettati anche Apollinaire e Picasso, e
si sfiora addirittura la guerra tra Francia e la Germania, accusata di aver
commissionato il furto. Solo due anni dopo viene trovato il colpevole. Vincenzo
Peruggia, viene arrestato mentre tenta di vendere la Gioconda alla Galleria
degli Uffizi di Firenze; dichiarerà di averla rubata non solo per denaro, ma
per compiere un’azione patriottica e ridare il quadro all’Italia.
Peruggia non sa che Monna Lisa appartiene alla Francia per via del tutto
legittima poiché non è stata depredata, come altre opere d’arte, nel corso
delle campagne napoleoniche, ma acquistata regolarmente all’epoca, e a caro
prezzo, dal re di Francia Francesco I. Processato e condannato dal tribunale di
Firenze, la sua pena è ridotta in appello a sette mesi e otto giorni di
reclusione.
Nell’anno del furto più incredibile del Novecento si accavallano tante altre vicende
che Poggianti, con una lunga carriera nel giornalismo, ci racconta in questa sua
sorta di brillante reportage, in una Parigi la cui luce è spesso offuscata dal
manifestarsi in diverse occasioni di una destra razzista, xenofoba, antisemita.
In questo Recensioni 393 1911, però, oltre alla Gioconda, ci sono altre donne
che fanno parlare di loro e che costituiscono il segno di un faticoso
protagonismo femminile. Ecco Marie Curie, con la sua “ostinata abnegazione”, la
prima donna a conseguire un primo ed un secondo Nobel; e poi due
rivoluzionarie, Nadja Krupskaja, la moglie di Lenin, il cui ruolo è tutt’altro
che ancillare, e poi Inessa Armand, donna attraente e appassionata, impegnata nella
lotta per i diritti delle donne, il grande “amore segreto” di Lenin. E a proposito
di amori non può sfuggire l’intenso rapporto che Amedeo Modigliani ha con la
scrittrice russa Anna Achmatova. Per concludere, come non accennare al “salotto”
di Gertrude Stein, scrittrice, poetessa, mecenate, che per mezzo secolo sarà
«il tempio dove si celebra la messa cantata del nuovo in arte e in
letteratura».
Data recensione: 01/07/2023
Testata Giornalistica: Nuova Antologia
Autore: Enrico Mannari