Frutto di una esaustiva indagine archivistico-documentaria, bibliografica e iconografica, il bel libro di Charles Ellis e di Paola Gibbin
Frutto di una esaustiva indagine archivistico-documentaria,
bibliografica e iconografica, il bel libro di Charles Ellis e di Paola Gibbin
tratta della figura di George Nassau Clavering, III conte Cowper, nobile
inglese giunto a Firenze nel 1759, dove rimarrà sino alla morte, avvenuta
trent’anni dopo nel 1789. Giunto in Italia per compiere il tradizionale Grand
Tour formativo per i giovani aristocratici, visitò inizialmente Venezia,
Padova, Firenze, Roma e Napoli, per poi ritornare a Firenze nel 1760, attratto
dalle sue bellezze artistiche e dal clima intellettuale, culturale e mondano
della capitale del Granducato di Toscana e non andarsene più. Ritornò solo una
volta in patria nel 1786 per alcuni mesi, anche per chiedere a re Giorgio III
il posto di rappresentante plenipotenziario inglese nel Granducato, cosa che
non gli venne concessa forse anche perché, data la sua lunga permanenza a
Firenze, egli era divenuto, secondo il grande storico Edward Gibbon, «quasi fiorentino»
(p. 301).
Personaggio colto e raffinato, grande collezionista, Cowper ha avuto una
notevole fortuna critica e si ritrova in vari studi sull’ambiente sociale ed
artistico fiorentino e sul mondo degli stranieri in visita in Italia nel ’700.
In particolare il suo salotto e le sue collezioni sono stati oggetto di
attenzione da parte della letteratura critica. Dallo studio di oltre 50 anni fa
di Brian Moloney sui rapporti culturali tra Italia e Inghilterra nel tardo
Settecento – dove un capitolo è dedicato alla sua figura – ai contributi di
Fabia Borroni Salvadori. Più recentemente (2020) Philip Sheail gli ha dedicato
un’opera in due volumi (The third Earl
Cowper and his Florentine household 1760-90, 2020-2021) con la
pubblicazione di vari documenti tratti dal suo archivio personale
(Hertfordshire Archives) e tradotti in inglese.
A Paola Gibbin si devono principalmente i capitoli riguardanti il ruolo di Cowper
a Firenze come tramite tra la comunità inglese e la città, la socialità
accademica e il mecenatismo musicale oltre che il suo gabinetto scientifico,
mentre a Charles Ellis spettano i capitoli riguardanti il collezionismo e il
mecenatismo artistico ed i palazzi e le ville del conte.
Nel 1775 Cowper sposò Anne Gore, di gran bellezza secondo i resoconti dei viaggiatori,
da cui ebbe tre figli, dei quali il Granduca fu padrino, e che successivamente completarono
la loro educazione a Londra. La coppia condusse vite sostanzialmente autonome
secondo i resoconti di Sir Horace Mann, ed alcuni contemporanei ipotizzarono
una relazione di Lady Cowper col granduca. Fu inoltre dedicataria di opere
musicali e della prima versione italiana dei Memoires di C. Goldoni (Firenze, Stecchi
e Pagani, 1787-1789).
A Firenze Cowper frequentò il salotto di Sir Horace Mann, residente inglese nel
Granducato per un cinquantennio e figura significativa del circuito massonico
italiano e britannico, nel quale si ritrovavano l’elite fiorentina e i numerosi inglesi in visita a Firenze. Sebbene
non vi siano documenti ufficiali sulla sua appartenenza alla massoneria, gli
Autori ne ipotizzano l’affiliazione viste le sue amicizie e frequentazioni quali
quelle con il drammaturgo Ranieri de’ Calzabigi, il pittore Johan Zoffany, il
professore di fisica Carlo Alfonso Guadagni che diresse il suo Gabinetto di
fisica, e il suo medico personale Alessandro Bicchierai, tutti affiliati alla
massoneria. Inizialmente abitò un appartamento di via degli Avelli, poi si
stabilì nel sontuoso Palazzo Baldinucci in via Ghibellina, nel quartiere di
Santa Croce, e passò alcune estati nel Casino dei Principi Corsini al Prato.
Oltre alle residenze in città, prese in affitto varie ville suburbane, tra le
quali villa La Pietra, oggi villa Finaly, e la monumentale villa dei Tre Visi,
nella quale vi era anche un teatro, in cui dette ricevimenti, pranzi, accademie
ed eventi musicali, con ospiti illustri e rappresentanti diplomatici, sovente
segnalati nella «Gazzetta Toscana». In più occasioni ospitò nella sua residenza
ospiti insigni, quali il duca di Gloucester, fratello minore di re Giorgio III di
Inghilterra e Gustavo III di Svezia, e nel 1778 venne nominato dall’Imperatore Giuseppe
II d’Asburgo principe del Sacro Romano Impero.
Il collezionismo del conte inglese, per il quale fu famoso, iniziò con acquisti
di dipinti attribuiti a Guido Reni, al Veronese e al Domenichino. Ottenne anche
il permesso granducale di far eseguire copie in miniatura degli autoritratti di
artisti della collezione granducale che Cowper poi inviò in Inghilterra a re
Giorgio III e che attualmente si trovano alla Royal Library di Windsor. La
collezione si arricchì nel corso degli anni, anche con quadri attribuiti a
Raffaello, Tiziano, Andrea del Sarto, Salvator Rosa, Guido Reni, Annibale
Carracci, Guercino, così come numerosi dipinti di paesaggi e vedute di autori
settecenteschi, così come commissionò varie opere tra le quali dipinti di Mengs
e di Zoffany. Inoltre grazie alla disamina di alcuni documenti degli
Hertfordshire Archives, pubblicati in Appendice insieme all’Inventario post
mortem del 1790, gli Autori analizzano anche la varietà di oggetti di pregio quali
gemme e oggetti smaltati in porcellana e scagliola che facevano parte della sua
ricca collezione, raccolta ammirata da vari visitatori, tra i quali Giuseppe
Pelli Bencivenni, direttore della Galleria degli Uffizi.
Un aspetto significativo della figura del Lord inglese è rappresentato anche dal
suo interesse verso il mondo scientifico. A partire dal 1778 allestì infatti
nel palazzo di via Ghibellina un importante Gabinetto scientifico, analogamente
a quanto andava allora facendo il Granduca Pietro Leopoldo d’Asburgo Lorena con
la creazione, su scala diversa, del Real Museo di Fisica e Storia Naturale,
oggi “La Specola”, inaugurato del 1775. Frequentato da alcuni dei maggiori
scienziati del tempo e da svariati visitatori quali Friedrich Münter e Juan
Andrés, il Gabinetto di Lord Cowper fu diretto dal professore di fisica
sperimentale dell’Università di Pisa Carlo Alfonso Guadagni. Lo visitò anche il
grande fisico Alessandro Volta, avendo avuto modo di conoscere personalmente
Lord Cowper, vi fece esperimenti, ed i due rimasero in contatto epistolare
negli anni seguenti con l’invio, da parte di Volta, di strumenti scientifici da
lui ideati. La documentazione inedita restituisce, inoltre, al ceroplasta
Giuseppe Ferrini la paternità di una statua anatomica scomponibile di Venere,
poi replicata da Clemente Susini per il Museo di Fisica e storia naturale di
via Romana. Alla morte di Cowper tutti gli strumenti del suo Gabinetto
scientifico, in numero di circa 500, assieme alla sua biblioteca scientifica
furono acquistati per l’Istituto delle scienze di Bologna, dove tuttora si
trovano.
Fu inoltre membro di varie accademie, in cui spesso svolse ruoli di primo
piano, tra le quali l’Accademia del Disegno, l’Accademia della Crusca,
l’Accademia degli Armonici, l’Accademia Etrusca di Cortona e nel 1777 della
Royal Society di Londra, la celebre istituzione scientifica con la quale fu in
rapporti epistolari per aggiornare quanto si sperimentava nel suo Gabinetto
scientifico. Venne eletto anche accademico d’onore dell’Accademia di Belle Arti
di Venezia.
La sua socialità si esplicò anche con la rappresentazione di varie opere nel
suo palazzo a Firenze e nella sontuosa Villa dei Tre Visi: nel 1766 ospitò la
prima esecuzione che si conosca, a Firenze, dello Stabat mater di G. B. Pergolesi e nel 1768 fu eseguita la prima
italiana de Il convito d’Alessandro Magno
di G. F. Händel, ripetuta due giorni dopo a corte su richiesta del granduca
Pietro Leopoldo e replicata all’Accademia degli Armonici. Si procurò inoltre
spartiti musicali di quest’ultimo compositore a Londra che poi, visto il
gradimento, donò al granduca. Viene così analizzato il suo grande ruolo di
mecenate nei confronti del mondo musicale, testimoniato anche da suoi pagamenti
fatti ad artisti per la composizione ed esecuzione di opere e musica, così come
la dedica a lui di varie raccolte musicali ed edizioni, tra cui le Opere di Niccolò Machiavelli, curate da
F. Fossi (Firenze, G. Cambiagi, 1782-1783, 6 voll.). Lo stesso granduca
partecipò assieme alla moglie a spettacoli musicali presso la Villa dei Tre
Visi. Cowper offrì anche alla cittadinanza una serata musicale all’aperto sotto
la Loggia dei Lanzi in Piazza del Granduca con un’orchestra con più di 80
strumenti. Oltre ad avere un ensemble di suonatori alle sue dipendenze, fu
anche tramite tra musicisti e compositori italiani con teatri di Londra, come
nel caso di Luigi Cherubini, che dedicò a Cowper una composizione vocale.
Il volume è corredato, oltre che da un’Appendice di documenti, da belle
riproduzioni a colori, con vari ritratti di Cowper, con l’immagine di alcuni
quadri della sua collezione. Il celebre dipinto di Johan Zoffany, La Tribuna
della Real Galleria di Firenze (1772-1777), oggi alla Royal Collection di
Londra, raffigura, tra altri personaggi, anche Lord Cowper di fronte alla
Madonna con bambino di Raffaello di sua proprietà. Viene così ricostruita la
vita e la socialità di un personaggio che influenzò col suo patronage e le sue
committenze artistiche la vita socio-culturale della Firenze dell’età
dell’Illuminismo e che ci ha trasmesso, grazie al suo collezionismo, un importante
lascito storico.
Data recensione: 01/10/2022
Testata Giornalistica: Nuova Antologia
Autore: Massimo Seriacopi