Il romanzo di Franco Poggianti – leggero, divertente, scanzonato, non superficiale – narra la vicenda
Il
romanzo di Franco Poggianti – leggero, divertente, scanzonato, non
superficiale – narra la vicenda, che si svolge negli anni ’60 del
’900, di un gruppo di amici, implicati in un’impresa alla “soliti
ignoti”. Un furto, non a scopo di lucro ma a fin di bene, per
richiamare l’attenzione della città e delle istituzioni perché
trovino soluzione a un problema sociale scottante: l’abbattimento
delle baracche, proliferate nel dopoguerra, nei quartieri popolari,
e, soprattutto, in Fortezza Nuova, in pieno centro storico. Con un
rapimento. Non di una persona, che nessuno avrebbe l’animo di
ricorrere a una violenza tanto vigliacca, sia pure a fin di bene.
Però il rapimento di qualcosa di prezioso per il quale si possa
pretendere un riscatto, un atto, eroico e avventuroso, guascone:
quello sì, si può fare. I protagonisti sono uniti da comune
sentimento politico e da tante delle abitudini livornesi. Le
frequenti mangiate, il bere con gusto, il ponce a fine cena, le
stornellate, l’amore per la lirica, le chiacchiere, il sesso, il
sentimento di condivisione dell’infelicità dei meno fortunati,
secondo la generosità livornese che fa sì che tutti s’impiccino
dei fatti altrui, ma che anche fa sì che, nell’impicciarsi, si
trovi il modo di aiutare, sostenere o, almeno, comprendere. Ecco qual
è gran parte del materiale che costruisce la storia, condita di
spunti, aneddoti, battute: una vera e propria summa di
livornesità. Dal narrato affiora anche l’amore per la città,
intriso della tenerezza del figliuol prodigo, qual è per Livorno
Poggianti, che, lasciata la città, se ne è tenuto alla larga per
quasi 60 anni, capace di lambirne i confini, senza varcarli, nelle
occasioni che lo hanno riportato nei pressi di casa. Allora ricordare
gli anni in cui l’autore, giovane, visse la città pare voler
saldare un debito di gratitudine per il luogo della sua formazione,
che gli ha dato lo stigma, il carattere del suo essere adulto. Perché
Poggianti, piaccia o non piaccia, è livornese. Fin nelle unghie dei
piedi.
Data recensione: 01/10/2022
Testata Giornalistica: Leggere:tutti
Autore: Maria Torrigiani