Dal quartiere di Campo di Marte alle colline di Fiesole, da Pratolino a Monte Morello, da Rifredi alla Piana sestese
Dal quartiere di Campo di Marte alle colline di Fiesole, da
Pratolino a Monte Morello, da Rifredi alla Piana sestese: le zone periferiche
di Firenze anzi i «dintorni» rivivono in un volume illustrato che ne racconta
storia, curiosità e antiche leggende. Intitolato I dintorni di Firenze alla destra dell’Amo, edito da Sarnus (pagine
224, euro 16), il libro è frutto degli studi di Andrea e Fabrizio Petrioli, che
hanno anche attinto alla loro sterminata collezione di foto e cartoline d’epoca.
Dopo una serie di pubblicazioni dedicate perlopiù al centro storico, gli autori
si spostano alle zone circostanti, non meno suggestive e ricche di spunti.
Parlare dei «contorni», come li chiamavano gli antichi scrittori, significa
immergersi nella ricchezza e nella straordinaria bellezza della corona di
colline e di terreni che circondano la città e la incorniciano: luoghi cantati
da grandi poeti e immortalati da artisti apprezzati in tutto il mondo,
celebrati anche dallo storico Guido Carocci che in un’opera del 1875 loderà «la
felicissima positura, le ubertose e fertili campagne, la dolce vaghezza delle
colline, la copiosità di luoghi pittoreschi, la ricchezza di borghi, di ville,
di abitazioni e le sublimi meraviglie dei punti di vista». Del resto basta
passeggiare al di fuori delle mura, nel verde della vegetazione, dei campi, dei
boschi, fra i cipressi che coronano le strade, per imbattersi in sontuose
dimore, in case coloniche, in conventi e castelli che un tempo furono abitati
dalle potenti famiglie fiorentine. Girovagando fra questi poggi, o sfogliando
le pagine del libro, è inevitabile ricordare i tempi remoti, le battaglie che
si sono svolte nelle campagne, gli eserciti che passavano sotto le mura di
Firenze e che qualche volta hanno cercato di conquistarla. E naturalmente i
grandi personaggi che ci sono nati e cresciuti, e che non di rado si sono
innamorati della città del Giglio. Tra questi, gli autori ricordano prima di
tutti Ludovico Ariosto, che nel Cinquecento azzardò perfino un paragone con le
bellezze capitoline: «Se dentro un mur sotto un medesmo nome, / fosser raccolti
i tuoi palazzi sparsi, / non ti sarian da pareggiar due Rome!».
Data recensione: 09/10/2022
Testata Giornalistica: Toscana Oggi
Autore: ––