Il libro di un sindaco, di per sé, tranne casi eccezionali, non ha niente di affascinante, se non fosse che Sandro Fallani
Il libro di un sindaco, di per sé, tranne casi eccezionali,
non ha niente di affascinante, se non fosse che Sandro Fallani, primo cittadino
di Scandicci, non abbia deciso di pubblicarlo spinto avanti da tre desideri
capaci di tenerlo fuori dal noioso mainstream politichese.
Il primo è la costruzione del libro stesso: un diario, la ricomposizione di un
day by day che aiuta il lettore e anche l’equilibrio interiore di chi lo scrive.
È nato così “Vita in Comune. Storie di straordinaria normalità dai diari del
sindaco di Scandicci”, edito da Polistampa e uscito da qualche settimana.
Dire che la scrittura sia la più preziosa delle autoterapie è quasi scontato.
Ma Fallani questo ha sempre fatto, quando ha trovato il tempo: lo scrittore
appartato, con le sue ansie da sedare, coi suoi obiettivi da inseguire. Qui c’è
vita vera. Quella pragmatica dell’amministratore, quella sentimentale di uomo
che cerca di dare alla famiglia tutto il meglio di sé, nonostante i limiti
imposti dal tempo.
Poi c’è l’amore per la scrittura e la poesia. E l’umiltà di chi cerca nei
maestri, Mario Luzi e il “suo” Dino Campana su tutti, la risposta che serve per
dare un senso alla fatica e alle emozioni. Un livello più alto che dà forza a
un idealismo tanto sbiadito nel presente quanto carburante necessario per vincere
paure e realizzare sogni.
Dal passaggio all’università con la figlia Anita e quindi la ricerca di un
modello di inclusione vincente, all’emozione vissuta a Marradi, terra natìa di
Campana e luogo di morte per il partigiano Bruno Neri, ex giocatore della
Fiorentina, quello che non alzò il braccio teso nel giorno dell’inaugurazione
dello stadio “Berta”. Neri eroe della resistenza e mito personale di Fallani,
che ha dato il nome Bruno a suo figlio. Infine, ci sono le storie.
“Vita in comune” segue un percorso personale intenso, riflessivo, a tratti
adrenalinico. C’è il lutto di una comunità nei giorni della morte di Niccolò
Ciatti, la comunione di una piccola città o il cuore gonfio di silenzi e
partecipazione.
Ci sono i retroscena di invenzioni cresciute nelle teste di chi sa quanto la
cultura spinga in avanti la crescita collettiva. “Il libro della Vita”, e poi “Le
città della vita”.
Il centro Rogers, congiunzione futuribile che rafforza l’idea della città del
domani, con la tramvia che trasforma il panorama in una piccola Tokyo: la
vecchia Scandicci dietro le spalle e il verde delle colline a incorniciare il
tutto.
“Vita in comune” è anche omaggio alla buona politica, quella capace di
immaginare il domani e anticiparne i tempi. La formazione laico progressista di
Fallani, quasi certamente, lo ha aiutato a cercare una via d’uscita dal
sopravvivere nel recinto degli schemi precotti.
L’apertura al nuovo, al diverso,e le fratture sociali da ricomporre: tutto
questo ha reso un sindaco outsider uno dei protagonisti di un piccolo modello
possibile. Urbano, sociale, culturale, economico. “Vita in comune” questo
racconta. Con l’ego misurato e un velo di umiltà che, di questi tempi, rende il
tutto una preziosa novità. Domani sarà presentato alle 21 al Teatro Aurora di
Scandicci.
Data recensione: 04/10/2022
Testata Giornalistica: La Nazione
Autore: Benedetto Ferrara