Com’è che dal «twist» siamo arrivati al «twerk»? Perchè i radiogrammi sono diventati «podcast»? E in generale, cosa resta oggi dell’Italia del boom economico?
Com’è che dal
«twist» siamo arrivati al «twerk»? Perchè i radiogrammi sono
diventati «podcast»? E in generale, cosa resta oggi dell’Italia
del boom economico? I nostalgici degli anni Sessanta non possono
perdersi il libro Profumo di boom,
scritto a due mani da Alessandro Bini e Bruno Santini e pubblicato da
Sarnus (pagine 96, euro 8).
Attore, regista, autore teatrale e
radiofonico, Santini aveva già firmato nel 2017 assieme al comico
Andrea Muzzi un divertente pamphlet sul filo della nostalgia,
Si stava meglio quando si stava peggio?
Ispirato alla trasmissione condotta dai due su un’emittente
toscana.
Oggi, in coppia con lo scrittore Alessandro Bini, anche
lui drammaturgo, ha immaginato un viaggio a ritroso nel tempo verso
le icone dei favolosi anni Sessanta: mode e tormentoni, abitudini,
prodotti culturali «di grido», modi di dire che ancora oggi molti
ricordano.
C’è l’immancabile carosello, che per i bambini
segnava inesorabilmente l’ora di andare a dormire, ci sono gli
slogan più celebri della tv (come «Metti un tigre nel motore!»),
e poi il mangiadischi, le enciclopedie a fascicoli, i
fumetti «con la K» come Biabolik, Kriminal e Satanik. Così, la
lettura diventa un gioco, e allo stesso tempo un’indagine per
riscoprire alcuni simboli di un’epoca di vero (o presunto)
benessere, e vedere qual’è il loro ipotetico corrispettivo
annuale.
Provando a rispondere ad alcune domande tutt’altro
che scontate: quanto siamo cambiati davvero? In che misura la
nostalgia influenza il nostro giudizio sul passato? E quanto, del
presente attuale, stentiamo ancora a capire
e metabolizzare?
Data recensione: 03/04/2022
Testata Giornalistica: Toscana Oggi
Autore: ––