Case sparse. «Case disseminate nel territorio comunale a distanza tale tra loro da non poter costituire nemmeno un nucleo abitato», dice l’Istat.
Case sparse. «Case
disseminate nel territorio comunale a distanza tale tra loro da non
poter costituire nemmeno un nucleo abitato», dice l’Istat. Tanta, tantissima Italia, tra pianure, colline, montagne. Oggi ricercati
buen retiro, territori di
margine segnati da piccole economie e grandi povertà, da piccoli
orizzonti sociali ma da esperienze di vita e apprendimenti
quotidiani, spazi liberi. Un
mondo antico quello in cui si ambienta “Case sparse 25”, diciotto
anni di “storie e memorie giovanili del dopoguerra in Valdigreve”.
È l’ultima fatica di Alessandro Bencistà, nome più che noto ai
lettori appassionati di vernacolo autore di canzoni e spettacoli e
pittore: sua l’immagine di copertina del libro – 220 pagine, 18
euro – Gruppo Polistampa. Un lungo racconto di storie e aneddoti
per attraversare diciotto anni, dal 1941 al 1959, i primi diciotto
nella vita dell’autore nella sua Greve in Chianti, forse fra i più
difficili per la gente delle Case Sparse e delle campagne. Tra i più
difficili, ma indimenticabili: da quando nelle case senza elettricità
– la villetta mezza diroccata in cui furono sbattuti a fine guerra
Alessandro e la sua famiglia, che dovette patire anche la morte della
madre – arrivò il miracolo delle lampade a carburo, e i nostri
piccoli eroi potevano studiare “al lume della ‘cetilene”.
Aneddoti
e racconti di un libro gustoso: da Bartali e don Cuba, le sbronze col
vino rubato, le lezioni di parolacce, le “presine” della nonna e
le porzioni di medicina naturale. Un mondo piccino e antico che fa
tenerezza.
Data recensione: 22/03/2022
Testata Giornalistica: La Nazione
Autore: Paolo Pellegrini