Si autodefiniva il “prete volante”, forse per i mille e uno aerei presi per recarsi in 106 nazioni o per tutti i chilometri fatti in bicicletta, ma don Renzo Rossi è stato soprattutto il prete “di coloro che non volevano il prete”.
Si
autodefiniva il “prete volante”, forse per i mille e uno aerei
presi per recarsi in 106 nazioni o per tutti i chilometri fatti in
bicicletta, ma don Renzo Rossi è stato soprattutto il prete “di
coloro che non volevano il prete”. Classe 1925, sacerdote nel 1948,
insieme a Danilo Cubattoli, un anno dopo di Lorenzo Milani e Silvano
Piovanelli, don Renzo ha fatto parte della generazione di sacerdoti
protagonisti del rinnovamento della Chiesa, tra il dopoguerra e lo
scoppio delle proteste operaie. Un «piccolo prete, che per me
rappresentava una sintesi del meglio del clero fiorentino» scrive
l’arcivescovo Giuseppe Betori nella prefazione del libro di Andrea
Fagioli, il “Renzo Rossi, prete” pubblicato da Sarnus/Polistampa
in occasione della mostra che si inaugura domani nella Basilica della
SS. Annunziata. Organizzata dalla Fondazione La Pira e da Arcton –
Associazione archivi di cristiani nella Toscana del Novecento
presieduta da Piero Meucci, la mostra espone una parte dell’enorme
archivio lasciato da Rossi: lettere, quaderni e soprattutto 30mila
fotografie, frutto di una passione che condivideva con don Cuba. “Don
Renzo Rossi. Prete di Firenze, cittadino del mondo” è un viaggio
fotografico nella vita del sacerdote che volle stare sempre accanto
agli ultimi, dalle periferie fiorentine alle favelas brasiliane.
Scomparso nel 2013, don Renzo Rossi il 25 marzo (ore 18) verrà
ricordato in una messa nella chiesetta di San Michelino Visdomini.
Data recensione: 18/03/2022
Testata Giornalistica: La Repubblica
Autore: Barbara Gabbrielli