La Lettera agli Ebrei è una parte importante, suggestiva, uno dei grandi vertici del Nuovo Testamento, che resta purtroppo
La Lettera agli Ebrei
è una parte importante, suggestiva, uno dei grandi vertici del Nuovo
Testamento, che resta purtroppo poco conosciuta sia dai sacerdoti che dai
laici. Qui Gesù è definito «Sommo sacerdote» e ci si rapporta a lui in modo
differente come giustamente viene specificato nella prefazione del libro. Il
commento alla Lettera agli Ebrei è
proposto da Cirignano come un vademecum alla portata di tutti, concepito per
rendere questo capitolo della Bibbia accessibile ai più. Padre Vanhoye,
studioso biblista, è colui che più di ogni altro ha contribuito a mostrare la
bellezza e l’importanza della Lettera
agli Ebrei, dai cui scritti ha attinto anche Giulio Cirignano, che si sente
«ambizioso» nel voler divulgare nell’era dei social e dei telefonini, che si
sono sostituiti prepotentemente al buon vecchio libro, questo commento,
credendo giustamente che ne valga la pena… Come dargli torto? Il testo
attribuito a Paolo di Tarso si divide in due parti, di cui la prima è
incentrata sulla figura di Gesù Cristo, re dell’universo, anche in relazione ad
altri personaggi dell’Antico Testamento. Viene in tal modo fornita una visione
dottrinaria del significato messianico del sacrificio di Cristo e dell’unicità
e universalità del suo sacerdozio. La seconda parte si sofferma sui pericoli
derivanti dall’apostasia ed esorta i destinatari della Lettera alla
perseveranza nella fede. Una riflessione sulla parusia precede quindi la
presentazione di esempi di fede dell’Antico Testamento, da Abramo a Raab e un
nuovo approfondimento sulla figura di Gesù. Nel testo di Cirignano Gesù è una
presenza reale, vicina, amica, che svela se stesso mostrando tutto il suo
magnetico carisma e la grandezza del suo messaggio. (s.b.)
Data recensione: 01/01/2022
Testata Giornalistica: Città di Vita
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