Nel Gennaio 1302 Dante era a Roma, trattenuto da papa Bonifacio VIII (o era sulla via di ritorno), quando Cante dei Gabrielli da Gubbio, nuovo podestà di Firenze, lo citò, insieme ai priori degli ultimi due anni, a comparire davanti a lui per rispondere ai reati (non provati) di baratteria, concussione, estorsione, opposizione al papa ed altro, Dante non si presentò
Nel Gennaio
1302 Dante era a Roma, trattenuto da papa Bonifacio VIII (o era sulla
via di ritorno), quando Cante dei Gabrielli da Gubbio, nuovo podestà
di Firenze, lo citò, insieme ai priori degli ultimi due anni, a
comparire davanti a lui per rispondere ai reati (non provati) di
baratteria, concussione, estorsione, opposizione al papa ed altro,
Dante non si presentò. Prima condanna: pagare 5000 fiorini piccoli.
Non pagò nulla. Due mesi dopo, il 10 Marzo, la seconda condanna (a
morte). La sentenza era chiara: non essendosi presentati e ritenuti,
quindi, per loro contumacia, rei confessi, chiunque di essi, in
qualunque momento venisse in potere del comune, sia bruciato vivo
(igne comburatur sie quod moriatur). Inizia l'esilio quasi
ventennale, che ha segnato la vita e l'opera del poeta; un esilio
tanto più doloroso, quanto più grande era il suo amore per Firenze.
Di questo
esilio tratta il breve libro di Riccardo Nencini, Condannato a morte;
o meglio, come precisa il sottotitolo, del viaggio di Dante tra
Toscana e Romagna. Poche pagine, che si leggono col piacere d'un
racconto in cui ieri e oggi si mescolano come annullando il tempo, e
una scrittura, quasi un parlare corrente, va come ad alleggerire la
tragedia dell'esilio. Un racconto in cui la tristezza dell'esule si
fonde con quella d'un paesaggio montano quasi immutato, ma che forse
gli ha ispirato albe e tramonti, aurore e crepuscoli, fiumi e
foreste, sentieri aspri e piani, estate e inverni, primavere ed
autunni, poeticamente trasfusi nel mondo spirituale della Commedia,
dove l'esule terreno diviene pellegrino d'un altro viaggio durante il
quale incontra pure i personaggi allora incontrati, ma ora visti
secondo un giudizio che trascende la storia.
Data recensione: 01/01/2022
Testata Giornalistica: Tempo Presente
Autore: Angelo Angeloni