Nel recente volume di storia e scritti di critica militante sulla letteratura italiana del ‘900 di Stefano Lanuzza, un intero capitolo è dedicato al
Nel
recente volume di storia e scritti di critica militante sulla
letteratura italiana del ‘900 di Stefano Lanuzza, un intero
capitolo è dedicato al Portolano e le riviste letterarie a cavallo
del secolo scorso. Sulla ricchezza e sul ruolo primario delle riviste
fiorentine aveva scritto, con sistematicità, Giorgio Luti. Nel suo
vallecchiano ‘Corpo otto’, aveva ripercorso entusiasmi e
delusioni, successi e sconfitte, primazie e umiliazioni di riviste
quali ‘La Voce’ di Prezzolini e Papini (1908), la futureggiante
‘Lacerba’ di Soffici e Papini (1913-15), ‘Solaria’ di
Carocci, Ferrata e Bonsanti (1926), tacendo di ‘Campo di Marte’
di Gatto e Pratolini ed altre ancora. Anche se il modello più vicino
al Portolano, per durata, formato, contenuto e ricchezza grafica,
resta il ‘Frontespizio’ di Bargellini, con la determinante
presenza, fra gli altri, di De Luca, Bo, Macrì, Luzi e Parronchi.
«Così, memore del metodo solariano –
scrive Lanuzza –, anche il metasolariano Portolano dedica dei
fascicoli monografici a Gadda, Malaparte, Hemingway, Pratolini,
Sartre e a Saverio Strati». Dopo la prima sorgiva stagione della
rivista, nata con Arnaldo Pini, Nanni Permoli e chi scrive, arrivano
alla direzione Maria Fancelli ed Ernestina Pellegrini, entrambe del
nostro Ateneo; ci si apre a
nuovi temi monografici e nuovi affondi critici. Ai primi
collaboratori quali Luzi, Siciliano, Parronchi, Camilleri, Marchi,
Materassi, Guagnini, Fagioli, si aggiungono altri, fra cui Veronesi,
Magris, Langella, Specchio, Lapucci, Mochi, Bruscagli, Puccini. E le
attenzioni si rivolgono a Meneghello, a Sciascia, alla poesia, alla
giovane letteratura inglese, a quella della rivoluzione sovietica e,
in ultimo, alla critica letteraria in Italia (con Marino Biondi).
Così, dopo più di vent’anni di fedeltà editoriale di Polistampa,
il Portolano ha cambiato formato, diventando quasi un libro, senza
tuttavia perdere e anzi esaltando la sua finezza grafica. L’ultimo
numero (dicembre 2021) è dedicato alla critica (che fu grande con
Carlo Bo e Geno Pampaloni).
Data recensione: 18/01/2022
Testata Giornalistica: La Nazione
Autore: Francesco Gurrieri