Elisa Zadi, aretina di nascita, si è fatta conoscere al Pecci di Prato, al Mart di Roverto e al Museo Novecento di Firenze per la sua arte visiva
Elisa
Zadi, aretina di nascita, si è fatta conoscere al Pecci di Prato, al
Mart di Roverto e al Museo Novecento di Firenze per la sua arte
visiva ma dalla stessa sensibilità con cui percepisce e raffigura il
mondo è scaturita anche la sua arte poetica. Con Polistampa,
infatti, ha pubblicato la raccolta di versi intitolata «Il
profumo del giglio» in cui esprimere ciò che sente sembra l’unica
arma possibile per affrontare lo smarrimento dell’uomo davanti a
vita, morte e amore, soprattutto quest’ultimo che viene percepito
come una lama: «Mi tenevi stretta a te/ incastrata la testa fra le
tue braccia/ al sicuro […] così mi hai detto che non mi vuoi/
proprio così/ mentre mi stringevi». Nell’Insonnia, infatti,
«cerco di dimenticare/ ma torni, torni, torni sempre/ nei sogni,
nelle mie vene/ tu ci sei maledetto!». Alla fine, anche se non trova
forza da ciò che la circonda «tentare di esprimerlo/ è tutto il
valore dell’esistenza».
Data recensione: 17/01/2022
Testata Giornalistica: Corriere fiorentino
Autore: Caterina Baronti