Quando il mio vecchio professore di lettere ci leggeva la novella di Calandrino e l’elitropia (Decameron, ottava giornata)
Quando il mio vecchio professore di lettere ci leggeva la
novella di Calandrino e l’elitropia (Decameron, ottava giornata) non mancava di
sottolineare che la valle del Mugnone, dove si svolge il racconto della beffa,
era, a suo giudizio, la valle più bella del mondo... Certamente vi è qualcosa
di magico quando dai dintorni di Fiesole si ammira tutta la zona che scende da
Montesenario alle Caldine e che è solcata da un torrente – appunto il Mugnone –
che è stato detto anche, con un certo entusiamo, il secondo fiume di Firenze. In
realtà il corso d’acqua, che nasce per il confluire di fossi di acque di
superficie in una zona compresa tra Pratolino (via Bolognese) e l’Olmo (via Faentina),
non ha particolari pretese quanto a lunghezza e a portata, ma, una volta
entrato nel territorio urbano, è stato via via deviato dal percorso originario
e rimodellato a seconda dello sviluppo urbano di Firenze costituendo per secoli
il fossato delle mura cittadine. Chi conosce il centro della città potrà
facilmente ripercorrere mentalmente i vari andamenti del Mugnone che dalla
primitiva foce presso l’attuale piazza de’ Giudici (prima della fondazione di
Florentia) è stato via via spostato verso occidente entrando (sec. XVIII) in
Arno addirittura all’altezza del ponte all’Indiano, dopo aver ricevuto perciò
anche il contributo del Terzolle. Ricco anche di immagini esplicative (mappe e
fotografie), l’agile libretto racconta anche di altri modesti corsi d’acqua del
perimetro urbano e i ripetuti fenomeni di esondazioni provocate dal Mugnone.
Data recensione: 25/12/2021
Testata Giornalistica: Corrispondenza
Autore: Silvano Sassolini