«Per me Firenze è una seconda casa: collaboro anche con il Florida, Rifredi e oggi mi ritrovo al Niccolini.
Gennaro
Cannavacciuolo debutta al Teatro Niccolini con uno spettacolo
dedicato allo chansonnier italiano
«Per
me Firenze è una seconda casa: collaboro anche con il Florida,
Rifredi e oggi mi ritrovo al Niccolini. Sono felice, anche di portare
questo mio progetto rodato, dedicato a Domenico Modugno». Gennaro
Cannavacciuolo sarà da oggi a domenica al Teatro Niccolini di
Firenze con lo spettacolo «Volare, concerto a Domenico Modugno»
musiche del trio Bugatti; regia Marco Mete (inizio ore 19,30;
domenica ore 16).Gennaro,
mancava un tuffo nella storia della grande canzone italiana.«In
questo recital diviso in due parti, propongo una reinterpretazione
delle varie strade musicali percorse da Modugno. La prima è dedicata
alle canzoni dialettali e macchiettistiche, da “O ccafè” a “La
donna riccia”, da “La cicoria” e “U pisci spada”, alla più
famosa “Io mammeta e tu”, fino ai monologhi teatrali. Compreso il
famoso dialogo tra madre e figlio tratto dalla commedia “Tommaso
d’Amalfi” di Eduardo dove c’è la voce registrata di Pupella
Maggio che volle dare il suo contributo a questo spettacolo. La
seconda parte la considero un po’ con un’atmosfera brechtiana, e
ci saranno le canzoni d’amore più famose lanciate proprio da
Modugno come “Vecchio frac”, “Tu si na cosa grande”, “Resta
cu mme” fino ad arrivare a quel che è ormai quasi il nostro inno
nazionale, “Nel blu dipinto di blu”».Come
è nato il suo amore per Modugno?«Da
piccolo, perché sono nato da una famiglia povera e abitavo a
Pozzuoli, come Sofia Loren. In casa la nonna aveva una radio e quando
passavano le canzoni di Modugno era un incanto, un momento
meraviglioso soprattutto per me bambino perché le sue parole hanno
segnato la mia infanzia non molto felice a dir la verità».Dunque?«Da
piccolo promettevo a mia nonna: io canterò queste canzoni in teatro.
E incredibilmente ci sono riuscito, anche a conoscere Mimmo Modugno
che a un certo punto della nostra frequentazione mi lanciò una
specie. “Volare l’hanno incisa tutti: sarei curioso di sapere
come la canteresti tu”, mi disse».E
lei?«Una
notte sognai Fred Astaire che ballava il tip-tap, allora chiamai
un’insegnante di danza e gli dissi che volevo fare questa canzone
con claquette, cilindro e bastone. Modugno rimase sorpreso da questa
interpretazione che riproporrò in scena».Uno
spettacolo rodatissimo.«È
vero: perché è nato nel 1987. Negli anni l’ho ripreso e sono
riuscito a battere il record di oltre 600 repliche nei teatri
d’Italia e nelle capitali europee. Avevo – e oggi abbiamo bisogno
– di perderci nella sua poesia».
STRACULTUn
successo da oltre seicento replicheE
non solo in Italia
Storia
della canzone
Fotografia:
Gennaro Cannavacciuolo approda da oggi a domenica 10 ottobre al
Teatro Niccolini di Firenze
Data recensione: 07/10/2021
Testata Giornalistica: La Nazione
Autore: Titti Giuliani Foti