Fresca di stampa c’è una bella monografia ‘Intimità e naturalezza. La pittura sincera di Gino Pozzi’ (Polistampa). Curato da Francesco Traversi,
Fresca
di stampa c’è una bella monografia ‘Intimità e naturalezza. La
pittura sincera di Gino Pozzi’ (Polistampa). Curato da Francesco
Traversi, Elisa Fontanelli e Alessia Nardi, questo ripercorrimento ha
una presentazione del sindaco Lorenzo Falchi e il saluto,
circostanziato e appassionato, di Francesco Mariani e Giulia
Ballerini, impegnati nel tener vivi i centri d’arte, La Soffitta a
Colonnata e il Centro Antonio Berti. Il saggio di Traversi riassume
l’umanissima biografia dell’artista, sottolineando come la
fedeltà al mondo del lavoro e all’esperienza nel mondo della
ceramica finì per ritardare la sua vera inclinazione verso la
pittura. Una pittura, la sua, che si autocostruisce attraverso il
disegno e la decorazione, tanto che, da giovanissimo, nel ‘25,
l’imprenditore svizzero Adolfo Carmine gli affiderà la sua villa
di Calenzano e l’anno dopo, Paul Winteler, avvocato svizzero
parente di Einstein, gli scrive dicendo di «aver
conosciuto un valido pittore che potrebbe impartire alla sua
figliastra insegnamenti di pittura e nozioni di ceramica».
La
figura e il paesaggio saranno i temi più frequentati dal Pozzi ma,
come ricorda Traversi, non era facile in quegli anni primeggiare da
paesaggista, considerando la folta schiera in campo, dov’erano
Cecconi, Polloni,
Caligiani e Colacicchi. E tuttavia anche i suoi paesaggi saranno
apprezzati per quella intelligente declinazione di cézannismo
introdotta da Soffici. Negli anni Quaranta,
il tema sacro e la tecnica dell’encausto occuperanno i suoi giorni:
temi come la Deposizione, la Crocifissione, il Compianto, l’Ecce
Homo, saranno espressi con una potenza figurativa capace di intenso
trasporto emotivo.
Come
Baccio Maria Bacci sarà a lungo il genius loci di Fiesole,
altrettanto – suggerisce Alessia Nardi in catalogo – sarà Gino
Pozzi per Monte Morello e Calenzano: ‘elegie contadine’ ove i
protagonisti sono i campi, i covoni, gli alberi. Drammatici i suoi
schizzi che fermano le vittime dei bombardamenti del ‘44. Insomma,
tutta una narrazione pittorica che ben si colloca nella cultura
artistica toscana della prima metà del Novecento.
Data recensione: 26/10/2021
Testata Giornalistica: La Nazione
Autore: Francesco Gurrieri