Apprezzato studioso di Giorgio La Pira, e già autore i numerosi studi sul giurista e uomo politico siciliano, Piero Antonio Carnemolla
Apprezzato studioso di Giorgio La Pira, e già autore i
numerosi studi sul giurista e uomo politico siciliano, Piero Antonio Carnemolla
continua con questo importante volume la sua lunga ricerca su una delle più
eminenti personalità del cattolicesimo italiano del Novecento. L’opera di La
Pira viene affrontata da diverse prospettive: le origini della famiglia, i suoi
rapporti con Salvatore Quasimodo, la sua attenzione alla devozione mariana, la
“teologia della città” elaborata in quella città di Firenze nella quale a lungo
operò e che considerò una sorta di seconda patria. Non poche sono le
particolarità della lezione lapiriana che questa raccolta – Piero Antonio Carnemolla, Un laico cristiano:
Giorgio La Pira, Polistampa, Firenze 2021, pp.304 – mette in luce. Nell’impossibilità
di sostare analiticamente su questo insieme di testi, vorrei qui soffermarmi
soprattutto su due capitoli che ci sono apparsi di particolare rilievo. Di
grande interesse sono le pagine su “Due ecclesiologie a confronto” (pp.47 ss.)
dedicate a “La Pira e la Pastorale del Card. Suhard”. Il confronto con quel
famoso documento – valorizzato in Italia soprattutto dal gruppo raccoltisi
attorno alla rivista “Cronache Sociali” – consente a La Pira di riflettere su
un tema allora vivacemente discusso in Italia, anche in relazione alla traduzione
italiana, intervenuta nel 1947, di Umanesimo
integrale di Jacques Maritain. Misurandosi da vicino con la pastorale
dell’Arcivescovo di Parigi, Emmanuel Suhard, originariamente intitolata Essor ou decline de l’Eglise (11 febbraio
1947), e pubblicata in italiano con il titolo Agonia della Chiesa?, La Pira ha modo di riflettere sulla categoria
di “cristianità” oggetto di una vasta pubblicistica in Francia, già a partire da
Umanesimo integrale di J. Maritain (1937) e di portare il cattolicesimo italiano
sul terreno del rapporto tra fede e storia: sottolineando, come opportunamente
Carnemolla evidenzia, il dovere dei credenti di “rigenerare in Cristo la società
civile” (cf. p. 65), senza tuttavia alcuna confusione di piani e nel pieno rispetto
della legittima laicità della politica. Il confronto con l’Arcivescovo di
Parigi sul tema della cristianità (oggetto di importanti ricerche, puntualmente
richiamate, tanto da J. Maritain quanto da E. Mounier) consente a La Pira di
sottolineare con forza la strutturale “laicità” della politica, che non ha come
oggetto la diffusione della fede bensì la “buona vita” della città degli uomini.
Non meno interessanti le pagine che riguardano la corrispondenza tra La Pira ed
Ezio Franceschini – (cf. le pp. 123-192) per la prima volta qui integralmente
proposta grazie alle puntuali ricerche di Carnemolla – occasionata dal ruolo di
presidente dell’Istituto Secolare dei Missionari della Regalità di Cristo e di
cui La Pira fece parte dal 1929 sino alla fine della vita. Rimaste sinora
inedite, le lettere che queste due eminenti personalità del cattolicesimo
italiano del Novecento si sono scambiate sono rivelatrici della cultura e della
spiritualità dei due corrispondenti(assai più numerose e ampie, come del resto
nel suo stile, quelle di La Pira). Questo epistolario consente di seguire da
vicino l’evolversi della spiritualità cristiana del Novecento (della quale i
due autori, oggetto del citato epistolario, sono stati parte importante). Del
volume va anche segnalata, conclusivamente, l’amplissima sezione (pp. 243 ss.)
degli scritti di e su La Pira dal 1978 al 2020. Completata con gli scritti, già
numerosi, apparsi prima del 1978 e ripresa in opuscolo, questa ricca
bibliografia – per il cui ampliamento Carnemolla potrebbe “fare appello” ai non
pochi studiosi lapiriani – potrà rappresentare (ma già lo è ora) un prezioso
strumento di lavoro per quanti intendano lavorare su quell’importante e
poliedrica figura del Novecento italiano che è stato Giorgio La Pira.
Data recensione: 01/08/2021
Testata Giornalistica: Segno
Autore: Giorgio Campanini