Protagonista quasi assoluto dello scenario pittorico toscano tra la fine del Trecento e l’inizio del Quattrocento
Protagonista quasi assoluto dello scenario pittorico toscano
tra la fine del Trecento e l’inizio del Quattrocento, Spinello di Luca detto
Aretino è tra i più attivi pittori toscani del suo tempo. Aristide Bresciani ne
ripercorre la vita; quella cha va da Capolona, dove nasce in una famiglia di
orefici, fino alla crescita artistica e intellettuale maturata ad Arezzo e a
Firenze. Vasari, come ricorda giustamente Bresciani, è il primo biografo di
Spinello e nelle Vite del 1568 colloca la nascita del pittore nel 1308 (data
contestata da molti autori) e attesta che egli è nato da una famiglia
fiorentina, cosa poi smentita dal Milanesi che stabilisce che la famiglia era
aretina. Bresciani in questo volume ripercorre fedelmente le notizie
biografiche del pittore riportandone puntualmente anche l’albero genealogico.
Esamina, inoltre, i periodi della sua formazione, da quello lucchese-pisano
(1379-1385) in cui lavora per l’Ordine degli Olivetani di San Ponziano, al
breve rientro in Arezzo che lui attesta nel 1385-86, quando realizza il
bellissimo affresco dell’Annunciazione, La Madonna con il bambino e Storie di
San Cristoforo nella chiesa di San Domenico, l’Annunciazione e le Storie di
Cristo e Maria custoditi nel museo Diocesano di Arezzo. L’autore indaga
fedelmente e in modo puntuale tutte le fasi del lavoro e della vita di Spinello
Aretino: il secondo periodo pisano-lucchese (1390-1393); quello fiorentino
legato agli affreschi delle chiese del Carmine, di Santa Trinita e di Santa
Felicita; il periodo di Città di Castello e Cortona; il periodo senese
(1404-1408) e gli ultimi anni di vita. Inoltre l’autore ridiscute alcuni affreschi
attribuiti ad Andrea di Nerio, che Bresciani individua come principale maestro
dell’Aretino.
Data recensione: 01/05/2021
Testata Giornalistica: Città di Vita
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