Siamo a Reggello, nei turbinosi e torbidi anni 1943-1945. Ma prima ancora di entrare nello specifico del presente lavoro
Siamo a Reggello, nei turbinosi e torbidi anni 1943-1945. Ma
prima ancora di entrare nello specifico del presente lavoro converrà spendere
due parole sull’eccezionale impegno delle due AA. nella ricerca di notizie sia
presso fonti orali ma soprattutto nei tanti archivi pubblici (compresi quelli ecclesiastici)
da esse minuziosamente indagati e studiati. Il risultato è, per così dire, di
consistente validità storica, oseremmo dire scientifica. Siamo a Reggello, si
diceva, e l’indagine si sviluppa in tre diverse direzioni ma ne emerge un
quadro fortemente unitario entro la cornice asfissiante e criminale degli
occupanti tedeschi.
La prima parte – L’interprete – è la
vicenda (quasi ai limiti del romanzesco) di una ragazza ebrea, Elisabeth
Schiller, nata a Praga nel 1922 e catapultata in Valdarno dove rischia
continuamente di essere scoperta e deportata, e che troviamo poi interprete
delle truppe di occupazione alleate. Fu anche una spia? Di certo sappiamo che
sarà nascosta ai Bagni di Cetica, battezzata e poi sposata, poi ancora
cittadina del mondo... quasi un personaggio, insomma, in cerca di uno
sceneggiatore che da questa storia potrebbe certamente ricavare molto materiale
per un intrigante lungometraggio.
La seconda parte – Gli Alleati –
ricostruisce gli ambienti e le vicende del territorio reggellese alle prese con
un problematico ritorno alla vita democratica sotto l’ombrello delle truppe
alleate (inglesi). Dalle costanti difficoltà di approvvigionamento alimentare
all’emergente problema delle epurazioni, dalle polemiche ideologiche dei nuovi
partiti politici al ruolo svolto dal Comitato di Liberazione Nazionale...
Pagine difficili della nostra storia, a Reggello come altrove, con i duri –
sanguinosi – colpi di coda dell’esercito tedesco in ritirata ma che le due AA.
ci raccontano con serena obiettività lasciando parlare i numerosi documenti
rimasti. Dopo oltre un ventennio che tanti vogliono dimenticare, ora c’è da
ripartire (quasi) da capo: sanità, scuola, viabilità, ordine pubblico,
fiscalità, ecc., sotto lo sguardo e il controllo sempre meno stringente degli
Alleati.
La parte finale – Gli internati –
getta luce su un aspetto della guerra fra i meno conosciuti, quello dei
“nemici” del fascismo (ad es. quasi tutti gli stranieri) e come tali da rendere
inoffensivi mediante il loro raggruppamento in campi di concentramento (come
Renicci di Anghiari) oppure destinati al confino in località isolate o comunque
considerate militarmente poco strategiche. E Reggello è considerata tale... Fra
quanti, soprattutto slavi, sono costretti a vivere in regime di semilibertà e
dei quali si tracciano i principali tratti biografici, la ricerca si focalizza
poi su Miloš Lokar, antifascista come tutta la sua famiglia, nato a Lubiana nel
1921 e – dopo che la Slovenia è diventata territorio italiano – confinato prima
in provincia di Novara e poi sull’isola di Ventotene dove entra nella cerchia
di Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi ed assiste (partecipa?) al dibattito
sull’auspicato futuro federalismo di un’Europa finalmente pacificata e dal
quale scaturisce la prima elaborazione del cosiddetto Manifesto di Ventotene.
Il giovane sloveno ha però seri problemi di salute, chiede ed ottiene di poter
essere trasferito a Reggello dove è internato un cugino, qui arriva il 6 maggio
del 1943 ma la tubercolosi non gli lascia scampo: morirà nell’ospedale di
Figline il successivo 13 ottobre e sarà sepolto nel cimitero di Reggello.
Chiude il volume un’interessante scheda sui capi del comune valdarnese dal 1920
al 1946, quando finalmente Reggello avrà nuovamente un sindaco liberamente
eletto.
Data recensione: 06/07/2021
Testata Giornalistica: Corrispondenza
Autore: Silvano Sassolini