L’attesa, la delusione, la rabbia, lo spaesamento. Quella di ottobre 2020 è stata la ferita più profonda mai inferta al teatro italiano
L’attesa, la delusione, la rabbia, lo spaesamento. Quella di
ottobre 2020 è stata la ferita più profonda mai inferta al teatro italiano:
un’estate di “semi normalità” alle spalle; di fronte, la prospettiva di
stagioni appena iniziate o ai nastri di partenza, centinaia di spettacoli
programmati, le sale pronte ad accogliere gli spettatori in sicurezza. Poi, la
doccia fredda della seconda ondata di Covid, il ritorno ai dpcm e alle
restrizioni, il buio che cala, nuovamente, sui palcoscenici.
È maturata in questo clima la mostra “Neo Skenè”, aperta da oggi al 13 giugno nelle
sale espositive dell’Accademia delle arti del disegno in piazza San Marco (martedì-sabato
10-13/17-19, domenica 10-13; gratis). L’idea di Niccolò Mannini, direttore
della galleria La Fonderia, e di Simone Teschioni Gallo, in collaborazione con
Pupi e Fresedde, è stata quella di coinvolgere cinque giovanissimi artisti – Irene
Bulletti, Leopoldo Innocenti, Rossella Liccione, Leonardo Moretti e Skim – invitandoli
a trasformare le locandine e i manifesti, ormai inutilizzabili e pronti per il
macero, che avrebbero dovuto pubblicizzare la stagione 2020/21 del teatro di
Rifredi in tante opere d’arte. Il risultato sono una serie di lavori, oggi in
mostra, che attingono a linguaggi diversi fra di loro, spaziando dal figurativo
all’astratto, dalla street art all’approccio installativo. Ad accomunarli, la
volontà di trasformare il vulnus in opportunità, la ferita in rigenerazione,
raccontando come proprio gli spazi teatrali, chiusi al pubblico e insolitamente
silenziosi, abbiano continuato a essere, in questi mesi, luoghi di creazione e
produzione, mantenendo inalterata la propria vocazione grazie a un nuovo ponte
tra arte visiva e messa in scena. Dal progetto è scaturita anche una
pubblicazione, edita da Polistampa, che sarà presentata giovedì 20 alle 17,30 nel
foyer del teatro di Rifredi. Una selezione delle opere uscirà inoltre dalle
sale dell’Accademia per andare a occupare vetrinette e spazi di affissione fra
Firenze e Scandicci.
Data recensione: 12/05/2021
Testata Giornalistica: La Repubblica
Autore: Gaia Rau