Giovanni Battista Strozzi il Vecchio (Firenze, 1505-1571) non ha mai voluto inviare a stampa le sue poesie
Giovanni Battista Strozzi il Vecchio (Firenze, 1505-1571)
non ha mai voluto inviare a stampa le sue poesie e la princeps dei Madrigali
(l’edizione Sermartelli del 1593) è stata allestita post-mortem dai figli. Il corpus
già vastissimo delle sue Rime ha iniziato
presto ad essere confuso con quello di Giovan Battista di Lorenzo di Federigo
Strozzi detto il Giovane (1551-1634) finendo per rendere oltremodo difficoltoso
discernere i componimenti dei due. Le Rime
di Strozzi il Vecchio hanno goduto di larga fortuna come testimonia la
tradizione manoscritta che consiste di ben 122 testimoni, 42 dei quali monografici,
80 antologici. Di questi 60 erano noti grazie ad un precedente incipitario
realizzato per una tesi di laurea, i restanti sono nuove acquisizioni. Di
ciascun testimone Amato ha offerto una dettagliata analisi codicologica e la
disamina del contenuto. Particolare attenzione è stata prestata agli elementi
paratestuali (indici, tavole, rubriche), all’organizzazione interna e alle
antiche provenienze. Nel caso di miscellanee sono indicati tutti gli autori
presenti nella raccolta. L’identificazione di maggior rilievo è senza dubbio
quella dei mss Vaticano, BAV, Vat. lat. 8821, Vat. lat. 8822 e Vat. lat. 8823
che testimoniano ben 3037 componimenti, parte dei quali non attestati altrove.
Uniformi per dimensione e mise en page,
recano una numerazione che continua da un volume all’altro e sono l’esito, a
parere di Amato, di un progetto volto a dare una organizzazione unitaria a
tutto il corpus strozziano. Presentano
correzioni non riconducibili allo Strozzi ma «apportate a cura di un revisore
che doveva avere accesso alle carte dell’autore» (p. 172). È possibile che
l’edizione Sermartelli derivi, tramite interpositi,
da questi testimoni (p. 177).
Data recensione: 01/01/2020
Testata Giornalistica: Scriptorium
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